Decesso assistito Legge 104, cosa accade alla pensione
Il meccanismo della pensione anticipata per lavoratori precoci che assistono familiari con handicap grave secondo Legge 104 art. 3 comma 3, richiede dei requisiti ben precisi. Ma non solo, visto che ci sono anche dei vincoli per fruire del pensionamento anticipato. Tra questi spunta il fatto che il parente disabile deve essere assistito in vita. Ma cosa succede nella disgraziata eventualità in cui il parente muoia prima della domanda? Andiamo a rispondere prendendo come riferimento le norme a riguardo.
Pensione anticipata Legge 104: requisiti
Come stabilito dalla Legge n. 232/2016, all’articolo 1 (comma 199) si informa che il requisito contributivo per il pensionamento anticipato è ridotto a 41 anni per i lavoratori che hanno almeno 12 mesi di contribuzione effettiva prima del compimento del 19° anno di età. Le altre condizioni per godere del pensionamento anticipato sono le seguenti.
- Essere in stato di disoccupazione dopo il termine del rapporto lavorativo per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale. E che non ricevono più l’indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi.
- Assistono al momento della domanda e almeno da 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (Legge 104, art. 3, comma 3).
- Hanno una riduzione della capacità lavorativa accertata dalle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, pari o superiore al 74%.
- Sono lavoratori dipendenti che svolgono lavori usuranti;
- Sono lavoratori dipendenti addetti ai lavori gravosi da almeno 7 anni negli ultimi 10 o da almeno 6 anni negli ultimi 7 anni prima della domanda di pensionamento.
Pensione anticipata Legge 104: cosa succede se l’assistito muore
Con il messaggio n. 1481 del 4 aprile 2018 l’Inps ha voluto chiarire in merito alle condizioni di accesso ai benefici dell’Ape sociale e della pensione anticipata per i lavoratori precoci. Per poter fruire di questa agevolazione, infatti, occorre che il familiare con handicap in situazione di gravità sia assistito in vita. Lo spiega molto bene il punto 2 del suddetto messaggio, che recita testualmente quanto segue.
“L’Ape sociale e il pensionamento anticipato dei lavoratori c.d. precoci non possono essere riconosciuti nei confronti dei soggetti con riferimento ai quali sia venuto meno, alla data di decorrenza effettiva dell’Ape sociale o della pensione anticipata per i lavoratori c.d. precoci, lo status di invalido pari o superiore al 74% o si sia verificato il decesso dell’assistito. Il venir meno delle predette condizioni successivamente alla data di decorrenza effettiva dei trattamenti non fa venir meno il diritto ai benefici in parola”. Pertanto, “ai fini dell’accesso ai benefici in esame lo stato di invalidità almeno pari al 74% e l’esistenza in vita dell’assistito devono sussistere alla data di presentazione della domanda di accesso al beneficio”.
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