Trump-Macron: scintille sull’esercito europeo
Una serie di tweet di Donald Trump, con bersaglio il presidente francese Macron, ha portato alla luce alcune contraddizioni interne ai rapporti tra Usa ed Unione Europea. Il presidente americano ha voluto rispondere ad alcune dichiarazioni dell’omologo francese. Macron ha infatti affermato la sua volontà di procedere nella costruzione di un esercito europeo e di una politica di sicurezza comune. Macron si è espresso in questi termini in diversi discorsi ad eventi celebrativi del centenario della fine del primo conflitto mondiale.
Trump-Macron: Ue militare
Il titolare dell’Eliseo ha ribadito questa idea anche in un discorso la scorsa domenica al Bundestag, guadagnando l’appoggio anche di Angela Merkel. Quella di Macron è stata la prima visita di un capo di stato francese in 18 anni al parlamento tedesco.
Per Macron una Europa unita a livello militare, costruita a partire dalla spinta franco-tedesca, servirebbe ad evitare un caos di livello globale. Facendo diventare l’Europa un soggetto politico più fiducioso e potente. Ovvero, libero dalle pressanti influenze che arrivano da Oriente e Occidente, da Cina e Stati Uniti.
La possibile divaricazione in ambito militare a cavallo dell’Atlantico è uno scenario senza dubbio poco gradito a Washington. Trump in passato ha più volte espresso l’esigenza che i paesi europei paghino una quota maggiore delle spese di difesa. Ampliando il loro contributo al bilancio della NATO, per quanto rimanendovi all’interno.
Trump-Macron: le ripercussioni sulla NATO
Sarebbe infatti scontata l’opposizione dello Stato profondo americano a perdere il controllo su una porzione di globo decisiva come quella europea. Strategica poiché prossima al confine con la Russia e al Medio Oriente.
Sulla carta della politica di difesa comune Macron gioca gran parte della sua politica europeista. Sia in termini di strategia di lunga durata, sia in vista delle prossime elezioni europee. Già nel suo discorso del 2017 alla Sorbona, Macron sottolineò più volte l’idea di procedere verso un maggiore grado di integrazione che comprendesse anche la dimensione militare.
L’esercito europeo dovrebbe essere immaginato come “complementare” alla NATO. Nei fatti, però, farebbe prospettare l’ipotesi di uno sganciamento dall’ombrello americano e dall’equilibrio raggiunto dopo il 1945. Sembra riferirsi a questo Macron quando intravede la necessità di una Europa che “non accetta un ruolo subordinato nel mondo”. Si tratterebbe di uno scatto in avanti nella prospettiva della reale unificazione europea.
Trump-Macron: un percorso difficile
Proprio per questo l’ipotesi di un esercito comune non ha di fronte a sé un percorso facile. Soprattutto i paesi est europei avversano fortemente l’idea di procedere ulteriormente sulla strada dell’integrazione politica. Ciò vorrebbe dire cedere parti importanti di sovranità rispetto a temi come il bilancio e il governo dei flussi migratori.
Inoltre sia Macron che Merkel sono in difficoltà nei propri stessi paesi. Il primo, ai minimi della popolarità, è sotto attacco dalla protesta dei “gilet gialli“. La seconda ha annunciato il proprio ritiro dalla scena politica tedesca dopo alcune elezioni locali deludenti.
Il dibattito sulla maggiore integrazione europea in termini militari diventa quindi ulteriore elemento di confronto in vista della prossima tornata elettorale comunitaria di maggio. Una competizione politica che è sempre più segnata dalla polarizzazione tra forze europeiste e sovraniste.