Macedonia, l’incantesimo spezzato. Scontri tra macedoni e albanesi, sale la tensione e l’Europa sta a guardare
L’incantesimo spezzato
[ad]Quella cui si assiste è un’escalation di violenza che non deve essere sottovalutata. Specie in un Paese che nel 2001 ha assistito a violenti scontri, pur circoscritti alla zona di Tetovo, tra l’esercito macedone e una costola dell’Uck, l’esercito di liberazione kosovaro, che dopo il successo contro i serbi puntava a replicare lo schema nei territori a maggioranza albanese della Macedonia. A differenza del Kosovo, però, questa volta non ebbero l’appoggio della Nato e il tentativo, velleitario, fallì. Gli accordi di Ohrid cercarono di ristabilire l’armonia ma oggi, di fronte all’inettitudine della classe politica, a una disoccupazione endemica, alla frustrazione giovanile, l’incantesimo di Ohrid sembra essersi spezzato.
Il silenzio europeo
Per questo la rivendicazione del finora ignoto “Esercito per la liberazione dei Paesi albanesi occupati” non va presa sotto gamba: la pace, in Macedonia, è fragile. La gravissima crisi economica che sta colpendo il Paese ha evidenti ripercussioni sulla tenuta sociale. In un simile contesto è facile che uomini senza scrupoli strumentalizzino il malcontento o, peggio, lo alimentino con attentati e omicidi. E’ chiaro che se qualcuno ha interesse ad alzare l’asticella dello scontro, lo sta facendo. Chi non sta facendo nulla, e colpevolmente, è l’Unione Europea. Certo, la Macedonia non ne fa parte in alcun modo ma un focolaio di violenze nei Balcani non può giovare a nessuno.
di Matteo Zola
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