Accordo Brexit, ultime notizie: per May la strada è tutta in salita

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Accordo Brexit, ultime notizie: per May la strada è tutta in salita

Sarà il prossimo 11 dicembre il giorno in cui il Parlamento inglese si esprimerà in merito alla bozza di accordo sulla Brexit tra Gran Bretagna ed Unione Europea. La bozza, dopo essere stata approvata dal governo inglese, ha avuto domenica scorsa il via libera anche dei 27 dell’Unione. L’approvazione del Parlamento Europeo prevista dal protocollo sarà poco più di una formalità.

Non lo sarà invece il voto alla Camera dei Comuni. Anzi, per May sarà forse la prova più difficile. Sia la fazione euroscettica dei conservatori sia la maggioranza del partito laburista sono infatti contrarie, sebbene per ragioni differenti, all’accordo. Allo stesso modo è contrario il DUP, piccolo partito unionista nordirlandese, fondamentale con i suoi attuali dieci seggi per la tenuta del governo. Si oppongono all’accordo anche i liberal-democratici, così come lo Scottish National Party.

Servirà quindi al fine dell’approvazione una maggioranza che vada oltre gli schieramenti partitici. Con probabili conseguenze sul governo e la stabilità politica sin dal giorno seguente al voto.

Accordo Brexit: il miglior accordo possibile?

Per May, che lo ha anche scritto in una lettera rivolta all’opinione pubblica britannica, l’accordo raggiunto è il migliore possibile. Eppure, così non la pensano almeno 50-70 membri del suo partito, i cosiddetti hard brexiters. Per i principali esponenti di questa corrente, come ad esempio Jacob Rees Mogg, l’intesa siglata con i 27 renderebbe l’Inghilterra una sorta di colonia dell’Unione.

Questo a causa dell’enorme prezzo da pagare in termini economici per l’addio, circa 39 miliardi di sterline. Ma anche poiché il regno dovrebbe sottostare – senza possibilità di opinione alcuna – alle regole comunitarie sino alla fine del periodo di transizione. Questo dovrebbe iniziare il prossimo 30 marzo, sempre che il Parlamento inglese dia il via libera all’accordo stipulato dal PM e dal negoziatore UE Barnier.

La questione dirimente è capire se gli hard brexiters saboteranno l’accordo anche a costo di vedere cadere il governo. Possibile esito di una bocciatura della bozza May è che venga indetta una nuova elezione. Stando ai sondaggi, il Labour parte favorito, ed è ipotesi possibile che un nuovo governo laburista si decida a convocare un nuovo momento referendario.

Accordo Brexit: lo scontro con i laburisti

Proprio il comportamento laburista sarà quindi decisivo. Se nel partito ci sarebbero già alcuni disertori pronti ad appoggiare il piano May, la maggioranza dei parlamentari chiede lo stop all’accordo, elezioni anticipate e l’indizione di un secondo referendum. Una situazione complicata.

Da parte sua Corbyn ha definito il piano May un atto di “autolesionismo nazionale”. Il leader laburista continua a ripetere, anche per ragioni tattiche, che c’erano le condizioni per negoziare un accordo migliore. Senza però entrare nel dettaglio.

Per May, che per la prima volta si è anche detta pronta a sfidare in pubblico il leader laburista Corbyn, sarà dunque un percorso tutto in salita. Se l’accordo passerà, dal giorno successivo fino al 31 dicembre 2020 ci sarebbe il tempo di negoziare i dettagli e soprattutto di risolvere il tema lasciato in sospeso del futuro dell’Irlanda del Nord, ovvero del tipo di regolazione dei confini con la Repubblica d’Irlanda. Ma al momento sembra difficile che abbia inizio anche il solo periodo di transizione.

L’11 dicembre sarà dunque una tappa decisiva per la Brexit. Diventandone o data conclusiva di una prima fase (almeno da qui a due anni) oppure momento di riapertura di tutta la questione, a partire probabilmente da un nuovo round elettorale.

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