Ricevuta bollo auto, quanto tempo si conserva
Il bollo auto è un’imposta sulla proprietà – e non sulla circolazione – del veicolo. Va pagata annualmente ed è uno degli adempimenti più discussi dai contribuenti. Quando si paga il bollo auto si riceve una ricevuta che attesta l’avvenuto pagamento. Quella ricevuta è fondamentale perché certifica che si è in regola con lo specifico adempimento tributario. Per questo motivo la ricevuta di pagamento del bollo auto va conservata. Ma fino a quando? Perché può capitare che documenti, scartoffie, scontrini, garanzie e ricevute si accumulino gli uni sugli altri, anche quando non ve n’è necessità.
Bollo auto 2018: quando si prescrive
Per rispondere a tale domanda, quindi, bisogna capire quali sono i tempi di prescrizione del bollo auto. Questi ammontano a 3 anni, che partono dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello del pagamento. Facendo un esempio pratico, il bollo auto 2018 cadrà in prescrizione il 1° gennaio 2022. Ciò significa che la Regione, o l’Agenzia delle Entrate nelle Regioni a statuto speciale, può contestare un bollo auto presumibilmente non pagato fino al 31 dicembre 2021. Qualsiasi atto che notifichi al contribuente il mancato pagamento, interrompe la prescrizione. In quest’eventualità, la prescrizione ripartirà il giorno seguente la notifica, ricominciando così da capo.
Bollo auto: per quanto tempo si deve conservare la ricevuta
Fatta questa premessa, è logico presupporre che sia necessario conservare la ricevuta di pagamento del bollo auto per tutto il periodo in cui intercorre la prescrizione. Volendo, dal 1° gennaio 2022, la ricevuta di pagamento del bollo auto 2018 potrà essere gettata. Per essere più sicuri, timorosi di un sollecito ritardatario, la si potrebbe conservare fino al 31 dicembre 2022, al fine di dimostrare l’avvenuto pagamento con una prova documentata.
Va tuttavia precisato che questo non è necessario, poiché se il (mancato) pagamento del bollo auto non viene contestato prima del termine della prescrizione, allora sarà nullo. In questa circostanza, infatti, il contribuente potrà difendersi semplicemente sulla base della ormai avvenuta incontestabilità di quell’imposta specifica. E procedere così presentando richiesta di esercizio di autotutela oppure appellandosi alla Commissione Tributaria.
Prima di buttare una ricevuta di pagamento del bollo auto, quindi, si consiglia altamente di controllare se non sia mai arrivato, durante il tempo trascorso, un sollecito di pagamento o una notifica da parte dell’ente di riscossione. Questo perché, come abbiamo già visto, andrebbe a interrompere la prescrizione, facendo risultare fondamentale la ricevuta di pagamento come prova per dimostrare l’errore.
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