È diventato famoso lo scontro a Porta a Porta tra l’ex ministro Padoan e la sottosegretaria Castelli, del Movimento 5 Stelle, sul rapporto tra spread e interesse dei mutui. Con quest’ultima che pronuncia “questo lo dice lei” di fronte all’affermazione di Padoan per cui la crescita dello spread influisce sul costo del credito.
Ma chi ha ragione? Nello specifico la reazione della Castelli era all’affermazione dell’ex ministro dell’economia secondo cui “se aumenta lo spread diminuisce il valore capitale degli attivi delle banche, e quindi le banche si devono rifare alzando il costo del finanziamento“.
Questo è il punto. La relazione non è diretta, ma indiretta, e ritardata nel tempo.
All’inizio vale la (non) relazione illustrata anche dal famoso grafico del Sole24Ore mostrato dalla sottosegretaria. L’Euribor, che determina i tassi variabili, non si è mosso negli ultimi anni, neanche con l’impennata dello spread degli ultimi mesi.
Tuttavia potrebbe muoversi nel tempo per una questione di fiducia
Mutuo e spread, il ruolo del minor valore dei titoli
Le banche italiane, come del resto molte estere, sono piene di titoli di Stato, e con la crescita dello spread questi perdono valore. Di conseguenza sono gli asset delle banche a valere meno.
E gli istituti di credito devono rispettare alcune soglie nel rapporto tra crediti concessi e capitale posseduto per garantire che in caso di insolvenza diffusa si possa ripianare a tali perdite con i propri asset. Tuttavia, se questi ultimi sono minori non vi può essere la sicurezza di questa garanzia. È chiaro che ciò genera sfiducia.
La conseguenza di questa minore fiducia è la minore propensione di altre banche a prestare soldi ad altri istituti di credito. E questo provoca un rialzo dell’Euribor. Non solo, per mettersi al riparo, per ovviare ai maggiori tassi interbancari e all’erosione del capitale le banche cercherebbero di fare più utili innalzando i tassi richiesti per i nuovi mutui.
Si parla infatti di nuove linee di credito, non di quelle già esistenti, per cui è vera invece la posizione della Castelli, che però si rivela inesatta per quanto riguarda il possibile prossimo futuro e i nuovi mutui.