Violenza domestica sugli uomini: le pene e le condanne

Pubblicato il 29 Novembre 2018 alle 16:19 Autore: Claudio Garau
violenza domestica su uomini e donne. non c'è gran differenza statistica. Ecco le pene
Violenza domestica sugli uomini: le pene e le condanne

I fatti di cronaca spesso ci pongono innanzi a reati di cosiddetta violenza domestica o, secondo il linguaggio del codice penale, di maltrattamenti contro familiari e conviventi. Un dato che merita di essere sottolineato è che questi fatti non raccontano soltanto quelli che una certa narrativa giornalistica chiama “femminicidi” (termine nato negli anni ’90 e che è stato iniziato ad usare da un certo tipo di giornalismo “social” negli ultimi anni).

Se andiamo davvero a guardare quanto successo negli ultimi anni, possiamo affermare che i delitti di questo tipo sono diffusi, più o meno nella stessa misura, anche in caso di vittime maschili. Vediamo di seguito cosa prevede la legge sul piano sanzionatorio.

I dati del Viminale del 2017: le violenze domestiche colpiscono gli uomini nella stessa misura delle donne

Potrebbe sorprendere alcuni che le vittime di omicidi in famiglia siano tante anche nel genere maschile. Eppure è così. Telegiornali e stampa danno molto risalto ai delitti in cui la vittima è donna, ma se andiamo a guardare le statistiche, non c’è sproporzione tra vittime maschili e vittime femminili. Secondo i dati statistici forniti dal Viminale, nella penisola italiana nell’anno 2017 sono state uccise per il reato di omicidio volontario 355 persone. Di queste, ben 236 nell’ambito delle relazioni all’interno di mura domestiche. Di queste 236, le donne sono 120, gli uomini non molti di meno: 116. A cui se ne debbono aggiungere altri 4 uccisi all’estero.

Le cause principali sono l’impossibilità di accettare la fine del legame e motivi economici. Dopo questa doverosa premessa, vediamo più nel dettaglio cosa prevede il codice penale, in merito alla punizione di tali condotte delittuose.

Una panoramica molto dettagliata del report – elaborato a partire dai dati in possesso del Viminale per l’anno 2017 – la si può trovare a questo link.

In un nostro articolo precedente, parliamo – a partire dai dati istat – della tipologia di violenza subita da uomini e donne.

Reato di violenza domestica: che cos’è

Tale reato di maltrattamento contro familiari e conviventi, è integrato se è prodotta violenza ad un familiare, un convivente o una qualsiasi persona affidata alle proprie cure, alla propria vigilanza, istruzione o educazione, all’interno di un’abitazione o in luoghi come strutture di assistenza e ricovero. La ovvia finalità di una tale previsione normativa è quella di punire chiunque abusi di soggetti deboli, il cui particolare stato è causato dalla subordinazione a cure di un’altra persona oppure dall’abitudinarietà di un certo tipo di vita familiare.

Reato di violenza domestica: i tratti distintivi e come si fa denuncia

Sul piano della casistica, la violenza o maltrattamento, è integrata sia sul piano fisico, sia sul piano verbale. Per aversi la configurazione di tale tipo di reato, occorre però che uomo o donna responsabili di tale reato, usino una condotta violenta abituale, con il verificarsi quindi di episodi ripetuti nel tempo.

Un episodio sporadico, pur violento, integrerà invece il differente reato di percosse o di ingiuria. Il reato di maltrattamenti può aversi sia in caso di condotta attiva, che in caso di condotta omissiva (quando cioè chi potrebbe intervenire per reprimere la violenza, omette di farlo). Il reato è procedibile senza denuncia dell’offeso, e quindi d’ufficio; ma anche con querela di parte. L’uomo o donna vittima di tale reato dovrà recarsi presso una sede locale delle forze dell’ordine, al fine di segnalare il reato subito e dare il via all’iter giudiziario penale.

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Violenza domestica: le pene previste

Sul piano sanzionatorio, il legislatore – com’è ovvio –  è piuttosto rigido verso tale categoria di reati. Infatti la pena prevista è quella detentiva, con la reclusione da due a sei anni. Però, la normativa si occupa anche di inasprire le pene, nel caso dalla violenza derivi una lesione personale grave. In queste circostanze, abbiamo una pena che oscilla dai quattro ai nove anni. Se la lesione accertata è ritenuta gravissima, la pena aumenta ancora: si può essere reclusi per un periodo che va dai sette ai quindici anni. Nel caso estremo in cui, dalla violenza derivi il decesso della vittima, la pena potrà comportare una reclusione fino a ventiquattro anni.

In conclusione, due dati meritano di essere richiamati. Da un lato emerge con chiarezza la dovuta rigidità sul piano sanzionatorio in caso di un reato di violenza domestica. Dall’altro lato, è giusto menzionare come, al di là del risalto dato dalla cronaca alle vicende di violenza sulle donne, anche i reati di violenza domestica sugli uomini, sono altrettanto diffusi.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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