Mentre a Parigi lo scorso sabato infuriavano gli scontri sugli Champs Elysees, anche in Italia sono comparsi sulla scena i gilet gialli. Un impatto finora più mediatico che politico. Ma chi sono gli emuli nostrani dei manifestanti francesi?
Innanzitutto, si differenziano dai transalpini poiché invece di contestarlo, appoggiano il governo. “Al contrario dei Gilet Gialli francesi, noi siamo assolutamente vicini al governo giallo-verde. Salvini è l’unico che ci ha ascoltato finora”. Così si è espresso Giancarlo Nardozzi, fondatore dei Gilet Gialli Italia e presidente del Goia. Acronimo per “Gruppo organizzato indipendente ambulanti”, il Goia è una delle principali associazioni rappresentative dei venditori ambulanti in Italia.
Gilet gialli Italia: il Coordinamento italiano
Esiste anche una pagina Facebook, dal nome Coordinamento Nazionale Gilet Gialli Italia, con quasi 5000 mi piace finora raccolti. L’immagine è proprio un giubbotto catarifrangente, su cui sono impresse le rivendicazioni del gruppo. Vale a dire, flat tax al 15%, riduzione delle accise sulla benzina e del costo dei pedaggi, esclusione degli ambulanti e dei balneari dalla direttiva Bolkenstein.
Si sottolinea in molte prese di posizione la pesante tassazione a cui sono sottoposte le piccole e medie imprese italiane, che sarebbe la più alta di tutte in Europa. Immagini riepilogative dell’effetto della tassazione sul prezzo finale della benzina compaiono qui e là. Anche se a differenza di quanto avviene in Francia questo non sembra essere il tema principale delle rivendicazioni.
Il “programma”, in particolare quello fiscale, in effetti, ricorda proprio le proposte del governo gialloverde, in particolare della Lega. Ma attenzione. Tra i fondatori del movimento italiano c’è anche Ivan Della Valle. Si tratta di un ex-parlamentare CinqueStelle protagonista dello scandalo sui falsi rimborsi elettorali. La vicenda portò alla sua espulsione dal partito.
Gilet gialli Italia: con Salvini contro l’Europa
Proprio la direttiva Bolkenstein sembra essere il cavallo di battaglia che i gilet gialli italiani vogliono utilizzare per andare all’attacco. All’attacco contro quello che, almeno a leggere i post Facebook, sembra essere il loro grande avversario. Vale a dire, l’Unione Europea. Slogan come “Basta Europa“, “Basta Austerità“, “Basta Diktat“, “Italexit“campeggiano nell’ultima immagine postata dal gruppo.
Siamo quindi di fronte alla possibilità di una protesta sul modello francese? Non sembra. Come detto, il movimento supporta il governo e vede in Matteo Salvini il proprio rappresentante ed alfiere nelle lotte contro Bruxelles. Ciò, anche se in un post si sprona l’esecutivo a fare di più sui temi cari al Coordinamento, tutti inseriti all’interno del famoso contratto di governo.
Inoltre, ogni riferimento ad azioni violente viene con forza condannato dai leader dello gruppo. In un post si afferma che ogni eventuale manifestazione sarà assolutamente autorizzata e coordinata con la Questura. Non sembra inoltre che ci sia diffuso consenso, anche leggendo le interazioni ai post pubblicati, intorno a pratiche come il blocco stradale e la resistenza alle forze dell’ordine che hanno invece caratterizzato le mobilitazioni transalpine.
Ad ogni modo, le prossime tappe del Coordinamento verranno presto annunciate. In cantiere c’è la convocazione di una assemblea nazionale, probabilmente a Torino o a Roma. Ma anche la creazione di una serie di coordinamenti regionali. Nardozzi dice di voler portare in piazza almeno le 20.000 persone che nel 2017 manifestarono a Roma contro il governo Gentiloni. Al momento però, i Gilet gialli italiani esistono solo in Rete.