Sondaggi politici Ipsos, manovra: gli italiani vogliono un accordo con l’Ue
Nell’ultima rilevazione di Ipsos per il Corriere della Sera viene indagata l’opinione degli italiani sulla manovra e sui relativi contrasti con Bruxelles.
Sondaggi politici Ipsos: gli italiani e la manovra
Cosa pensano gli italiani della manovra? Secondo l’ultima indagine di Ipsos, il 29% ritiene che faccia aumentare il debito pubblico e spaventi gli investitori mentre solo il 19% pensa che darà impulso alla crescita economica. Inoltre, per il 13% favorirà l’assistenzialismo quando il 12% sostiene che farà diminuire le disuguaglianze. Da segnalare, però, che un italiano su 4 non vuole esprimersi in merito al quesito.
È chiaro poi che le opinioni siano influenzate dall’appartenenza partitica. Infatti, riassume l’Ad dell’istituto Nando Pagnoncelli sul Corriere: “gli elettori della maggioranza accentuano la valenza positiva dei provvedimenti (crescita e riduzione delle diseguaglianze vengono citati dal 68% dei pentastellati e dal 51% dei leghisti), mentre quelli dell’opposizione propendono per valutazioni negative (crescita del debito e assistenzialismo), in particolare gli elettori di centrosinistra (82%)”. Una spaccatura che si ritrova anche riguardo alla possibilità di trovare un equilibrio tra crescita, tenuta dei conti pubblici e credibilità dei mercati.
Sondaggi politici Ipsos: trovare un accordo con l’Ue
Detto ciò, per Ipsos, la stragrande maggioranza del paese – in pratica, il 60% – chiede al governo di trovare un accordo con l’Unione Europea. Solo il 17% sostiene la “linea dura”, cioè chiede al governo di non cedere e mantenere la manovra così com’è. Al contrario, il 25% dichiara che le concessioni all’Europa sono state finora troppo poche e che, nonostante le ultime modifiche al testo, la tenuta dei conti pubblici rimane a rischio. In mezzo, una quota pari al 35% degli elettori che ammette: “tutto sommato è giusto cedere” pur confermando l’impianto e i principali provvedimenti. Interessante notare, a questo punto, che quest’ultima posizione è sostenuta dal 53% dei leghisti e dal 39% dei pentastellati.
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