Il testimone invisibile: trama, cast e curiosità del film al cinema
Il testimone invisibile è un film di genere thriller diretto da Stefano Mordini. La pellicola è l’adattamento italiano di “Contratiempo” film del regista Oriol Paulo, uscito nel 2016. Distribuito da Warner Bros Italia, Il testimone invisibile arriverà nelle sale cinematografiche il 13 dicembre 2018. La sceneggiatura è dello stesso Mordini. Alla direzione della fotografia c’è Luigi Martinucci.
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Il testimone invisibile: la trama
Adriano Doria è un giovane imprenditore di successo. Una mattina si sveglia in una camera d’albergo affianco al corpo senza vita della bellissima Laura, una fotografa di talento. Tutto sembra portare alla colpevolezza di Adriano, il quale però si dichiara fin da subito innocente. Per affrontare le accuse, il giovane imprenditore si affida al talento della penalista Virginia Ferrara, famosa per non aver mai perso una causa. Tuttavia, emerge un testimone chiave che mette in seria difficoltà la strategia di difesa. Per far fronte all’imminente interrogatorio, Virginia e Adriano dovranno trovare una soluzione definitiva in sole 3 ore di tempo. Il tempo stringe e Adriano sarà costretto a raccontare tutta la verità. Suspense e mistero sono gli ingredienti de Il testimone invisibile. Colpevole o innocente? Qual è la realtà dei fatti? Riuscirà la difesa a trovare una prova che possa scagionare Adriano una volta per tutte?
Il testimone invisibile: il cast
Nel cast de Il testimone invisibile Riccardo Scamarcio veste i panni del protagonista Adriano Doria. Maria Paiato interpreta l’avvocato difensore, Virginia Ferrara. Fabrizio Bentivoglio ricopre il ruolo dello scomodo testimone. Miriam Leone è Laura, l’amante di Adriano trovata morta nella camera d’albergo.
Il testimone invisibile: curiosità
Riccardo Scamarcio ha definito il film un thriller esemplare come pochi in Italia. Miriam Leone ha aggiunto che Il testimone invisibile è dotato di grande sensualità, nel senso che si lascia denudare a poco a poco: “Penso lascerà il pubblico incollato alle poltrone.” Lo stesso regista Mordini ha dichiarato che fin dalla scrittura aveva chiaro il come far vedere le cose di volta in volta: “Si tratta di un’opera determinata dagli ambienti, un racconto che alterna l’ampiezza visiva di vette montane alte 3200 metri fino ai boschi dove la luce filtrava a fatica: sono le chiare metafore delle numerose ombre di cui questo film si compone”.