Tutti i governi si affannano a mettere una pezza, a cercare di arginare l’uragano che sta scoinvolgendo l’intero mercato mondiale e che per fortuna ha, sinora, appena lambito il nostro paese, ma per lui no, per lui “l’Italia sta vivendo un momento magico. Una grandissima transizione in positivo. Un’enorme voglia di cambiare, di non essere più l’Italietta del passato, di diventare diversa, migliore.”, dice entusiasta in un’intervista al Corriere della Sera. Sarà, ma, come dire, c’è chi la pensa un po’ diversamente, e descrive un panorama un po’ meno roseo di quello di una crisi che, per dirla nuovamente con le parole di Brunetta, “produce paradossalmente un effetto ricchezza”. Riportiamo qui l’intervento di un utente del nostro forum, bancor, che pare delineare una situazione leggermente diversa.
L’ottimismo è una buona medicina ma non è che si può prendere per il culo la gente per troppo tempo. La situazione economica reale è la seguente. Vado per punti in modo da essere più chiaro anche a costo di semplificare molto:
1. PIL. Sta calando trimestre dopo trimestre ed anche il primo trimestre del 2009 non fa eccezione. Cosa sta accadendo di nuovo che fa urlare di gioia i nostri due ministri più ferrati i materia economica (Brunetta e Tremonti)? Sta accadendo che il ritmo del calo del PIL sta rallentando. Anche questo trimestre siamo andati giù ma un poco meno del trimestre precedente. Se nel 4° trimestre del 2008 abbiamo perso (sottolineo PERSO) il 2% nel 1° 2009 abbiamo perso l’1,5%. Si presume (si spera, dico io) che questo fatto significhi che stiamo lentamente toccando il fondo. Quando lo toccheremo (tutti dicono a fine 2009 o inizio 2010) saremo molto più poveri di oggi. Di quanto non lo sa nessuno ma di tanto. Toccato il fondo in genere si risale, ma quando? Per dirla con gli economisti la curva può assumere la forma di una V (si tocca il fondo e si risale, l’ipotesi migliore) di una U (si tocca il fondo, ci si sta per uno o due trimestri e dopo si comincia lentamente a risalire) oppore di una L (si tocca il fondo e si resta lì, l’ipotesi più catastrofica dopo quella di scavare, alla Lupo Alberto, per trovare un nuovo fondo).
2. EXPORT. Va da schifo. Questo è un grosso problema perchè l’Italia è pur sempre uno dei grandi paesi esportatori. Il problema è amplificato dal fatto che ciò che esportiamo è in gran parte effimero, superfluo (abbigliamento, mobili, autovetture) o male organizzato (turismo) ed è molto sensibile alla situazione economica mondiale.
3. FINANZA. Sembra, ma il dubbio è d’obbligo, che la crisi nera sia passata. Ora i valori di borsa sono ai minimi. Da questo momento il mercato diventerà selettivo, premiando le aziende migliori, quelle che hanno investito in ricerca e innovazione e penalizzando quelle tradizionali.
4. BANCHE. Vanno meglio che in qualunque paese del mondo. Merito sostanzialmente della minore finanziarizzazione dell’economia ialiana, dall’assenza di mutui sub prime, e dalla buona vigilanza della Banca d’Italia, Fazio compreso che, come pochi ricordano, era fortemente contrario all’ingresso di banche estere nel capitale delle banche italiane ed alla eccessiva internazionalizzazione delle nostre banche. Fazio aveva ragione, ma nessuno gli chiederà scusa o gli renderà l’onore che merita (amicizia di Fiorani a parte). Il costo del credito è lievemente calato, e la crisi di liquidità è stata superata SOLO grazie agli inteventi delle Banche Centrali che stanno finanziando le banche europee, all’1,25%, senza limiti. Se guardate il Bilancio settimanale BCE, sono 650 miliardi (una cifra stratosferica), senza i quali il sistema avrebbe fatto flop. Ora stanno lievemente rientrando con la crescita della fiducia dei risparmiatori e con la ripresa dei prestiti interbancari. Per la cronaca i Tremonti Bond non superano i 10 miliardi e hanno tassi altissimi (dall’8,50 in su). Se però l’economia continua ad andare male cresceranno le sofferenze e le perdite a carico delle Banche (cosa che sta già accadendo).
5. RISPARMIATORI. Sono quelli che pagano la crisi più degli altri. Ricevono dallo ZERO o ZERO virgola qualcosa di interesse dai depositi e conti correnti, e l’1% a stento dai BOT. Tutto ciò riduce di molto il costo del debito pubblico ed è un bombolone di ossigeno per le nostre finanze pubbliche.
6. CONTI PUBBLICI. Vanno da schifo; calano vistosamente nei primi due mesi le entrate mentre le uscite non accennano a crescere. Penso che dall’autotassazione avremo cattive notizie. Si aggiunga il terremoto che prosciugherà risorse destinate ad altre priorità. Insomma chiuderemo con un rapporto debito/PIL a livello di 15 anni fa.
7. OCCUPAZIONE. Cresce la disoccupazione, a ritmi molto veloci, e il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni è lievitato spaventosamente
SE TUTTO QUESTO INDUCE OTTIMISMO, SONO OTTIMISTA.
Ognuno, come al solito, si faccia la sua idea.