Prescrizione conto corrente, banca e poste devono avvisare
Dieci anni nelle banche o nelle Poste, poi alla Consap per un altro decennio. Al termine di questo lasso di tempo, avviene l’immissione nelle casse pubbliche. Ovvero, i prodotti finanziari sono persi sempre. Dal conto corrente al libretto postale, dalle obbligazioni ai buoni fruttiferi. Il titolare ha di fatto 20 anni per richiedere quanto dovuto, prima che scada il termine della prescrizione. Insomma, il beneficiario dovrebbe attivarsi il prima possibile per far valere i propri diritti sul conto corrente dormiente.
Eppure le cose potrebbero presto cambiare: un emendamento al decreto fiscale approvato in Senato, infatti, prevede che siano le banche o Poste Italiane, insomma gli istituti finanziari, a muoversi nella ricerca degli eventuali titolari o eredi delle somme depositate e mai movimentate.
Conto corrente bancario e postale: banche e Poste cercheranno i beneficiari
Cosa potrebbe cambiare quindi? Come riporta ItaliaOggi, per le polizze vita e infortuni, le cui tempistiche di prescrizione cambiano rispetto a quelle previste per i conti, dovranno essere le imprese di assicurazione a verificare assieme all’Agenzia delle Entrate l’esistenza in vita o meno dell’assicurato. In caso di decesso di quest’ultimo, infatti, saranno le imprese ad attivarsi per cercare e individuare il beneficiario al fine di corrispondergli la somma spettante.
Il discorso per le assicurazioni sarà identico per banche e Poste. Se la corrispondenza tra codice fiscale e persona deceduta dovesse dare esito positivo, gli istituti saranno incaricati di inviare rapidamente un “invito a impartire disposizioni da parte di possibili legittimi eredi” per mezzo di una lettera raccomandata con avviso di ricevimento indirizzata “all’ultimo indirizzo di residenza o domicilio comunicato o comunque conosciuti, o a terzi da lui eventualmente delegati”.