Cosa cambia tra ricevuta e fattura
Ogni persona fisica o giuridica che sia, a fronte di una prestazione svolta nel quadro di un’ attività di impresa o di lavoro autonomo, deve produrre un documento fiscale ad attestazione della somma ricevuta come compenso. Tale documento può essere una fattura o una ricevuta fiscale: è bene segnalare che la fattura e la ricevuta fiscale sono due cose ben diverse.
Fattura: le differenze con la ricevuta fiscale
Dunque, quali sono le differenze tra fattura e ricevuta fiscale?
Il discrimine principale tra i due documenti fiscali è che la fattura si emette verso titolari di partita Iva, mentre la ricevuta – che ha, in pratica, lo stesso valore di un comune scontrino – viene rilasciata a privati non titolari di Partita Iva. Di solito, la ricevuta fiscale è richiesta all’ esercente da chi effettua il pagamento (ma generalmente è in forma anonima); è chiaro quindi come sia molto utilizzata nei contesti in cui l’ esercente non ha nelle sue possibilità un registratore di cassa (ambulanti, lavanderie, palestre, etc…).
La fattura, invece, contiene molti dati fiscali e non, sia di chi la emette sia di chi la paga; detto ciò, è una differenza fondamentale il fatto che sulla ricevuta fiscale non compare lo scorporo tra imponibile e tassazioni varie (cioè, l’ importo è unico) come, d’ altro canto, accade su ogni fattura. Insomma, la fattura è un documento fiscale molto più dettagliato rispetto alla ricevuta fiscale.
Fattura: in caso di prestazione occasionale
Ora, in breve, nel caso si debba pagare una prestazione occasionale (fino a 5mila euro annui non c’è bisogno di avere una partita Iva) basta redigere una semplice ricevuta. Non esiste un format standard per la ricevuta di una prestazione occasionale; l’ importante è che sia riportato l’ importo al netto della ritenuta d’ acconto al 20% (che versa il sostituto d’ imposta) con la precisazione, appunto, della prestazione occasionale svolta.