AGGIORNAMENTI LIVE:
00.45 Elezioni Francesi: Hollande 28,41% Sarkozy 27,01% Le Pen 18,33% Mélenchon 11,04%
00.00 Come voterà l’elettorato di Mélenchon al secondo turno? Uno sguardo ai sondaggi: sceglierà Hollande l’83% per l’Ifop, l’86% per Ipsos e ben il 91% per CSA.
23.40 Elezioni Francesi: 85% scrutino, Hollande 28.10% Sarkozy 26,98% Le Pen 18.76% Mélenchon 10.89%
[ad]23.20 Attesa per l’apertura delle borse domani. Sulle elezioni francesi e la vittoria di Hollande al primo turno aleggia lo spettro del 1981. Più volte Sarkozy ha ricordato, in campagna elettorale, il crollo della borsa di Parigi (17.1 %) che seguì la vittoria di Francois Mitterand.
23.01 Sarkozy rilancia la sfida: con Hollande almeno due dibattiti (ne aveva chiesti tre qualche ora fa)
22.47 Elezioni Francesi: 79% scrutino, Hollande 28% – Sarko 26,9%
22.32 Francia: Sondaggi (CATI su 1000 casi alle 20 di oggi), Hollande-Sarko al ballottaggio 54 – 46
21.40 Sarkozy: “Con Hollande voglio tre dibattiti”
21.34 Per la prima volta, il Presidente della Repubblica uscente non arriva primo al primo turno delle Presidenziali.
21.29 Federica Mogherini (PD) su Twitter: “Sarà, ma a me inquieta molto di più quel 20% di #LePen di quanto non mi faccia sperare il 28% di #Hollande #Francia ”
21.24 Il 20% del Front National è il massimo storico del Partito. Più anche di quando nel 2002 Jean-Marie Le Pen arrivò al ballottaggio.
21.11 Bersani: “Il risultato di François Hollande al primo turno è davvero ottimo. Primo passo molto importante per il cambiamento in Francia e in Europa”
20.41 Melenchon formalizza il suo sostegno ad Hollande per il secondo turno.
20.30 Notevole soddisfazione nel quartier generale del Front National.
20.20 Sarà ballottaggio Hollande-Sarkozy. Il primo è favorito nei sondaggi. Ma la maggioranza relativa del paese in questo primo turno ha scelto la destra.
20.10 Josè Bovè invita a votare Hollande al secondo turno. Analogo richiamo da parte di Melenchon nel suo comizio Piazza Stalingrado.
20.00 : Hollande al 28.4%, Sarkozy 25.5%, Le Pen 20%, Melenchon 11.7%, Bayrou 8.5%, Joly 2.%, Dupont-Aignan 1.8%.
18.55 Meno cinque minuti alla chiusura dei seggi. E ai primi risultati…
19.00 France Presse assegna, sono sempre exit poll, Hollande al 28-29%. Mentre Sarkozy 24-27%.
18.30 Secondo exit poll commissionati da giornali belgi il candidato dei socialisti Hollande si attesterebbe sul 27-30% contro il 25-27% di Sarkozy. Sono dati provenienti da istituti non francesi che già alle scorse elezioni presidenziali ruppero il silenzio elettorale prima della chiusura dei seggi. E’ da acclarare la veridicità e la scientificità di questi dati. (2).
17.00 Affluenza al 70.59%. Meno 3% rispetto al 2007.
12.00 Si è recato alle urne il 28.29% degli aventi diritto. Meno 1.5% rispetto alle scorse presidenziali.
8.00 Aprono i seggi in Francia. I seggi rimarranno aperti fino alle ore 20. Fino alle 18 nei comuni minori.
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LE ELEZIONI presidenziali francesi sono alle porte. Oggi 22 aprile si terrà il primo dei due turni di questa attesa elezione. A dire il vero, e lo ha cercato anche di raccontare il nostro giornale in più occasioni nei giorni addietro, non si è trattata di una campagna elettorale veramente scoppiettante.
(per continuare la lettura cliccare su “2”)
Per certi versi è stata una campagna sottotono, soprattutto rispetto a quella del 2007, quando i due principali candidati che poi si giocarono l’Eliseo al ballottaggio (Sarkozy e Royal) rappresentavano rispettivamente un cambio di leadership per la destra transalpina e la prima candidata donna alla presidenza, almeno per quanto riguarda le forze politiche maggiori.
Insomma, in Francia era certo un cambio di presidenza dopo i 12 anni di Jacques Chirac. Oggi invece la candidatura di Sarkozy non può, come è normale che sia, scaldare i cuori tanto quella di cinque anni fa. Lo stesso slogan presidenziale “La France Forte” (leggi l’articolo) è stato utilizzato più da comici e detrattori di Sarkò che dai supporter dell’Ump.
[ad]Dall’altra parte, la candidatura di François Hollande appariva, anche a detta dello stesso candidato socialista, come quella di un profilo politico ben poco carismatico, dal lungo passato da burocrate a rue Solferino e da “politique politicienne”. La strategia hollandiana del “presidente normale” (leggi l’articolo) era del resto finalizzata a evidenziare questa criticità e cercare di sfruttare tale deficit del Ps come un aspetto positivo in vista delle elezioni.
Sempre rispetto al 2007, tra l’altro, manca quest’anno l’enfasi di un’alternativa terzopolista al sistema di potere bipolare rappresentato dall’Ump e dal Ps. François Bayrou non riuscirà mai ad andare oltre il 18 per cento dei consensi di cinque anni fa, anche se si stabilizzerà senz’altro su una percentuale ben maggiore rispetto a quella della sua prima performance elettorale del 2002.
Le vere novità che hanno dato “pepe” alla competizione (e su questo temo occorrerà ragionare politicamente anche in Francia) sono rappresentate dagli estremi. Dalle ali, per usare un termine di tipo calcistico. Da una parte, a destra, Marine Le Pen. La prima a essere uscita allo scoperto in queste elezioni. L’enfasi di novità inesistente negli altri tre candidati già citati è invece un elemento di grande forza per la candidata del Front National.
Non solo perché si tratta di una donna a capo di un movimento di estrema destra molto spesso noto per il suo “machismo”. Ma anche perché nessun partito politico francese negli ultimi anni si era identificato così tanto col nome del suo leader Jean – Marie Le Pen. E dunque la vera novità sta nel fatto che il vecchio “legionario” della politica francese non è più presente nei ranghi di partenza per le presidenziali.
Al suo posto oggi c’è una donna, per quanto sua figlia. Che tra l’altro si sta sforzando di imprimere una svolta politica interna al proprio movimento. Anche se ciò sembra più essere una volontà elettorale per dare ulteriore freschezza alla candidata rispetto a una voluta scelta politica (Sarkozy del resto cerca di rubare consensi a destra in maniera non molto dissimile rispetto alle elezioni di cinque anni fa).
Dall’altra parte, sulla rive gauche, Jean-Luc Mélenchon (leggi l’articolo). Una novità perché frutto di una risposta politica organizzata e di sinistra alternativa all’egemonia dei socialisti su questo campo. Fino a cinque anni fa, a sinistra del Ps, erano in pochissimi – anche se poi la maggior parte dei candidati eliminati al primo turno dichiarò il proprio sostegno a Ségolène Royal.
Nel 2007 la leader comunista Buffet era il candidato più in mostra dello schieramento che oggi sostiene Mélenchon: non raggiunse il 2 per cento. Oggi, al contrario, sembra possibile un fronte della sinistra più forte e radicale di quello di Hollande. In questo aiutano le tinte neo-giacobine della sorpresa delle presidenziali del 2012. Ciò spinge a una vera e propria competizione fra i due ex compagni di partito: Hollande e Mélenchon.
Ma nonostante questa unità ritrovata a sinistra (almeno in termini elettorali: mai dimenticare la candidata verde, quella di Lotta Operaia e quello del Nuovo Partito Anticapitalista), Hollande non solo arriverà al ballottaggio, ma molto probabilmente lo farà con più voti rispetto a quelli del 2007 per la Royal, almeno in termini percentuali.
E proprio in questo singolo dato sta l’elemento che dovrebbe maggiormente preoccupare Sarkozy (insieme alla possibile bassa affluenza). Il quale rischia di perdere molti più consensi nella lotta a destra col Front National rispetto a Hollande e alla sua lotta contro Mélenchon, il candidato del Front de Gauche. Tutti quanti elementi che non aspettano altro che una data: quella di domenica 22 aprile 2012.