Permessi Legge 104 negati, i casi limite e quando spettano
Permessi Legge 104 negati, i casi limite e quando spettano
I parenti dei beneficiari di Legge 104 possono usufruire di un certo numero di permessi retribuiti; d’altra parte, devono essere utilizzati esclusivamente per accudire il congiunto disabile.
Legge 104: permessi retribuiti, quanti e a chi spettano
Innanzitutto, la Legge 104 prescrive un certo numero di permessi retribuiti extra per gli stessi beneficiari che lavorano oltre che per i loro parenti. Detto ciò, non possono usufruire di tali assenze pagate i lavoratori autonomi, a domicilio e parasubordinati ma soltanto i lavoratori dipendenti. Dunque, ai titolari di Legge 104 sono concesse una o due ore di permesso al giorno – a seconda dell’orario lavorativo – oppure tre giorni di permesso mensile (possibilità di frazionarli in ore). Tre giorni di permesso per l’accudimento dei beneficiari della 104, al di là di casi particolari (è previsto per i genitori di bambini disabili il prolungamento del congedo parentale, per esempio), sono concessi anche ai parenti dei disabili.
Legge 104: quando il datore di lavoro può negarli
I giorni o le ore di permesso retribuito concessi ai titolari di 104 e ai loro parenti è indennizzato dall’Inps sulla base della loro rispettiva retribuzione. Nella busta paga non cambia nulla quando se ne usufruisce: in pratica, l’azienda continua a pagare il dipendente e per poi essere rimborsata dall’ente previdenziale. Se si parla di genitori che devono accudire un figlio disabile, invece, nel periodo di estensione del congedo parentale, la retribuzione è ridotta del 30% fino al 12esimo anno d’età del figlio. Inoltre, solo un parente per volta può usufruire dei permessi: è il principio del referente unico; eccezione i due genitori di un bambino disabile che possono alternarsi.
A questo punto, è bene ribadire che in nessun caso la concessione di questi permessi è sottoposta alla discrezionalità dei datori di lavoro; insomma, sono un diritto inalienabile per i beneficiari di Legge 104.
D’altronde, la richiesta di un permesso retribuito da parte di un disabile o di un parente non viene inoltrata al proprio datore di lavoro ma direttamente all’Inps. In caso di accoglimento della domanda – può essere fatta anche online e attraverso un intermediario quale potrebbe essere un Caf – è lo stesso ente a dare comunicazione al datore di lavoro. È chiaro che le modalità di fruizione del permesso possano essere concordate da datore di lavoro e dipendente.