I lavoratori dipendenti possono chiedere il Tfr in anticipo per sostenere alcune spese urgenti, come possono essere quelle sanitarie o quelle relative all’acquisto della prima casa. Tuttavia non tutti i lavoratori dipendenti possono richiedere il Tfr anticipato, ma solo quelli privati. Per i dipendenti del settore pubblico il Tfr è accantonato durante tutta la carriera lavorativa e viene liquidato alla cessazione del rapporto lavorativo. Ciò non impedisce loro di chiedere comunque della liquidità per far fronte a delle spese urgenti, ma ciò deve avvenire tramite la richiesta di un prestito.
Tfr in anticipo per dipendenti pubblici: è possibile?
Abbiamo dunque visto che i dipendenti pubblici non possono chiedere il Tfr anticipato, tuttavia le cose potrebbero cambiare a breve. Innanzitutto occorre precisare che il Tfr anticipati è legiferato dalla Legge n. 297/1982, che divide giustappunto la questione tra dipendenti che lavorano nel settore privato e in quello pubblico. I primi possono chiedere l’anticipo Tfr solo dopo 8 anni di servizio nella stessa azienda.
I dipendenti pubblici, invece, devono aggrapparsi alla soluzione del prestito decennale ex Inpdap. Tuttavia, una sentenza del Tribunale del Lavoro di Firenze potrebbe cambiare le carte in tavola. Come riporta Orizzonte Scuola, infatti, tale sentenza ha stabilito il riconoscimento del Tfr in anticipo a due dipendenti pubblici per l’acquisto della prima casa. Potrebbe essere un precedente importante, ma anche l’inizio di una strada che porterà all’unificazione dei diritti sull’anticipo Tfr tra dipendenti pubblici e privati.
Tfr in anticipo dipendenti pubblici: il prestito Inpdap
Come scritto sopra, i dipendenti pubblici oggi possono chiedere un prestito decennale ex Inpdap per l’acquisto della prima casa o per altri tipo di eventi. Si tratta di un prestito decennale a tasso agevolato da restituire dunque in massimo 120 rate mensili, con un importo che non superi un quinto dello stipendio. Tali finanziamenti possono essere erogati direttamente dall’Inps oppure da banche convenzionate con l’Inps ex Inpdap. La prima tipologia di prestito preleva le liquidità dal Fondo Credito, che dipende dal versamento contributivo dei lavoratori dipendenti e dei pensionati ex settore pubblico.
Azienda in liquidazione: chi paga il trattamento di fine rapporto
Anticipo Tfr dipendenti privati: come funziona
Parlando di anticipo Tfr e normative, bisogna fare riferimento all’articolo 2120 del Codice Civile, che tratta della disciplina del trattamento di fine rapporto. Qui si stabilisce che il lavoratore dipendente, con 8 anni di servizio presso la stessa azienda, può richiedere “un’anticipazione non superiore al 70% sul trattamento cui avrebbe diritto nel caso di cessazione del rapporto alla data della richiesta. Le richieste sono soddisfatte annualmente entro i limiti del 10% degli aventi titolo e comunque del 4% del numero totale dei dipendenti”.
Naturalmente la richiesta dell’anticipo del Tfr può essere giustificata solo in alcuni casi, e nello specifico per sostenere eventuali spese sanitarie per terapie o interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche. E per l’acquisto della prima casa di abitazione per sé o per i figli, documentato con atto notarile. Si precisa inoltre che l’anticipo Tfr può essere richiesto e quindi ottenuto “una sola volta nel corso del rapporto di lavoro e viene detratta, a tutti gli effetti, dal trattamento di fine rapporto”.
Possono esserci anche altre causali alla base della richiesta del Tfr anticipato, ma ciò dipende dal contratto collettivo di riferimento. Infatti, la parte conclusiva del succitato articolo del Codice Civile, recita quanto segue. “Condizioni di miglior favore possono essere previste dai contratti collettivi o da patti individuali. I contratti collettivi possono altresì stabilire criteri di priorità per l’accoglimento delle richieste di anticipazione”.
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