Trattenute busta paga a dicembre
Dicembre è il mese delle tredicesime in busta paga ed è pertanto molto atteso dai lavoratori che non aspettano altro per far fronte alle spese extra. Queste ultime non corrispondono solo ed esclusivamente ai consueti regali di Natale, ma anche alle tasse, in tutte le loro forme. Dalle bollette delle utenze domestiche, alle tasse locali (saldo Imu e Tasi, ma anche la Tari), passando per eventuali rate del mutuo e per tutte quelle spese che nel corso dell’anno sono state rimandate attendendo tempi migliori. Ma c’è anche un’altra voce che potrebbe influire sulle tredicesime: si tratta delle trattenute Irpef, che potrebbero così vanificare gli effetti positivi della tredicesima mensilità.
Tredicesima in busta paga: occhio al conguaglio Irpef
Oltre a essere il mese della tredicesima, dicembre è anche il mese del conguaglio Irpef. Questo può essere a credito (il che equivale a un rimborso, quindi a una busta paga più pesante); o a debito (durante l’anno si sono pagate meno tasse di quanto dovuto e a dicembre bisognerà saldare la parte mancante). Ovviamente, chi riceve un conguaglio Irpef a debito, vedrà effetti consistenti su quella boccata di ossigeno chiamata tredicesima.
Tredicesima in busta paga: come calcolare le trattenute Irpef
Le trattenute Irpef deriveranno dai risultati di un conteggio contabile relativamente al reddito percepito. Le cui basi sono state poste allo scorso gennaio, prima mensilità su cui fare riferimento per la corresponsione delle imposte. Dopo aver calcolato il reddito complessivo lordo annuo del lavoratore, si agirà sugli scaglioni Irpef, applicando l’aliquota del 23% fino a 15.000 euro, del 27% sulla parte eccedente i 15 mila euro fino a 28.000 euro; per poi passare al 38% sulla parte eccedente i 28 mila euro fino a 55.000 euro.
Oltre questa cifra si applicherà il 41% (fino a 75.000 euro), mentre al di là di quest’ultima somma si applicherà il 43%. Dal risultato di queste operazioni verrà fuori l’imposta lorda annua, che andrà comparata con le ritenute operate nel corso dell’anno. Da questo confronto arriverà la differenza, che potrà determinare un credito o un debito.
A tutto ciò è da aggiungersi anche il calcolo del bonus 80 euro. Come ormai è ben noto, nel 2018 il beneficio introdotto dal governo Renzi è erogato per intero solo a quei dipendenti che hanno percepito durante l’anno un reddito compreso tra 8.174 e 24.600 euro (tra 24.600 e 26.600 euro il bonus viene erogato in misura ridotta). Dunque chi ha sforato queste soglie dovrà anche far fronte alla restituzione del beneficio che ha percepito durante l’anno.
Tredicesima 2018 in busta paga: i dati della Cgia Mestre
Dati non rilassanti quelli sopraggiunti dalla Cgia di Mestre. Conti e numeri importanti che segnano un quadro poco idilliaco per le strenne natalizie. In poche parole la tredicesima che i lavoratori dipendenti percepiranno andrà quasi tutta in tasse. Su un totale di 47 mensilità aggiuntive erogate a 33,7 milioni di soggetti, ben 11 miliardi saranno divorati dalle trattenute Irpef.
A commentare tali dati ci ha pensato il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo. “Nell’ultimo decennio abbiamo assistito a un crollo di circa il 50% sugli acquisti natalizi. L’anno scorso la spesa complessiva si è attestata intorno a 10 miliardi di euro”, con forti ripercussioni sui piccoli negozi, mentre GDO e outlet se la sono cavata meglio. L’auspicio è un ritorno alla spesa intelligente quest’anno con le tredicesime, sebbene gran parte delle somme aggiuntive erogate nell’ultimo mese dell’anno finiranno nelle casse del fisco.