Vojvodina, l’autonomia negata
[ad]L’impressione è che il divario fra i partiti con sede a Belgrado e l’opinione pubblica in Vojvodina si vada allargando sempre di più, cosa che però sembra non tangere il governo centrale. L’autonomia negata e il malcontento per le difficili condizioni di vita stanno lasciando sempre più spazio a spinte indipendentiste, che però difficilmente si realizzeranno: la Vojvodina è ancora sotto l’anestesia degli anni ’90 e non ha una vita politica attiva. Belgrado, inoltre, dista solo 90 km da Novi Sad e non permetterebbe mai che la regione più ricca della Serbia si distacchi dal resto del paese. In questi giorni, però, è stato organizzato un incontro (la Quarta Convenzione della Vojvodina) in cui diversi membri della società civile chiedono di cambiare la Costituzione serba e che la Vojvodina venga proclamata Repubblica, non indipendente ma autonoma all’interno dello Stato serbo. All’incontro hanno partecipato anche il Presidente del Parlamento della Vojvodina Sandor Egeresi e il leader della SVM Balint Pastor.
A inizio maggio sono previste le elezioni politiche in tutta la Serbia. I favoriti in Vojvodina sono pur sempre i DS, ma non è escluso che facciano il pieno di voti anche LSV, SVM e Preokret, la coalizione guidata dal liberale Čedomir Jovanović che vuole lasciare il Kosovo al proprio destino di Repubblica indipendente.
In primavera, in Vojvodina soffia la košava, un vento freddo che viene da est, spazza il Danubio e alza al cielo le foglie secche e i giornali abbandonati per strada. Chissà che non risvegli dal torpore anche gli abitanti della regione.
Da EastJournal
di Christian Eccher
di Christian Eccher