Il governo aggiunge uno zero al deficit. Dopo settimane di trattative il governo ha deciso di andare incontro all’Unione Europea sulla legge di bilancio. Ma a modo suo.
Il deficit per il 2019 non sarà più del 2,4% annunciato trionfalmente da Luigi di Maio dal balcone appena qualche mese fa, bensì del 2,04%. Per il “gioco” degli arrotondamenti, tutti potranno dire che è sceso al 2%.
Questa percentuale è in linea con le richieste della UE, ma permette al governo di portare a casa una vittoria di Pirro: Bruxelles, infatti, chiedeva di scendere all’1,95%. Tutti contenti quindi? Non proprio.
Quota 100 potrebbe saltare, chi è dentro
Legge di bilancio: tagli in arrivo?
La manovra targata M5S e Lega poneva grande affidamento sul deficit per finanziare i provvedimenti più importanti e significativi a livello di propaganda, Quota 100 e “Reddito di cittadinanza” (che non è un reddito di cittadinanza).
Anche con il deficit al 2,4%, però, il governo ha trovato grosse difficoltà a far quadrare i conti. Il motivo principale è la crescita del PIL prevista per i prossimi anni, ben più alta rispetto alle previsioni di altri osservatori (anche vicini al governo). Il debito pubblico, “aiutato” anche dallo spread poco sotto quota 300, sarebbe velocemente finito fuori controllo.
Il taglio del deficit permette di arginare l’esplosione del debito, ma i rischi restano. Per questa ragione il governo dovrà decidere dove effettuare dei tagli, perché non basteranno le dismissioni annunciate a coprire il buco. La legge di bilancio, per ora in bianco, perde circa la metà del budget assegnato congiuntamente a quota 100 e “reddito di cittadinanza”.
Le vittime saranno probabilmente proprio queste ultime. Queste due misure, probabilmente, partiranno come da programma e come annunciato soltanto a livello nominale. Costano troppo e sono ancora troppo mal progettate per entrare in vigore da subito. Un rinvio permetterebbe di risparmiare qualche miliardo senza perdere troppo la faccia.
Legge di bilancio: si rischia la rottura?
Il governo deve muoversi su due fronti. Da un lato deve affrontare la realtà, quella in cui i soldi non ci sono e se fai manovre spericolate non te li prestano. Dall’altro bisognerà trovare un modo per raccontare ai propri elettori i motivi di questa manovra “light”.
Se Lega e M5S non dovessero riuscire a trovare la quadra sulla legge di bilancio, non è da escludere una pericolosa rottura. La manovra va approvata entro il 31 dicembre, perché andare in esercizio provvisorio manderebbe un pessimo segnale agli investitori.
Lo spread, che ha ripreso fiato grazie alle trattative fra Roma e Bruxelles, potrebbe infiammarsi di nuovo, con conseguenze negative concrete su famiglie e imprese. E anche sul programma elettorale di Lega e M5S.
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