Sondaggi elettorali EMG, si allarga il divario tra Lega e M5S

Sondaggi elettorali
Sondaggi elettorali EMG, si allarga il divario tra Lega e M5S

Nella rilevazione svolta da EMG la scorsa settimana per Agorà è visibile la tendenza attuale riscontrabile anche nei sondaggi elettorali di altri istituti. Ovvero l’allargamento del divario tra le due forze della maggioranza.

La Lega infatti tende a crescere, anche se di pochissimo, mentre il Movimento 5 Stelle risulta ancora in leggero calo. Anche se nel complesso l’area di governo è stabile, le polemiche sulla manovra economica nelle ultime settimane paiono avere colpito solamente il Movimento 5 Stelle, assieme naturalmente alle vicende della famiglia Di Maio.

Si registra, assieme alla crescita o alla stabilità della Lega, un piccolo calo delle intenzioni di voto per gli altri partiti di centrodestra. Oggi probabilmente la coalizione potrebbe ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, ma non ci possono essere certezze assolute.

Al contrario non sembra fare progressi il PD, fermo di fatto alle percentuali del 4 marzo, un po’ come i suoi alleati di +Europa.

Liberi e Uguali, ormai smembrata, non possiamo più calcolarla come forza a se stante ma solo nelle sue componenti, necessariamente più piccole, che tuttavia appaiono in crescita assieme alle forze minori della stessa area.

Ma vediamo i numeri del sondaggio che è stato realizzato su un campione di 1784 intervistati con l’uso di panel telematici.

Sondaggi elettorali EMG, è del 6,4% la differenza tra Lega e M5S

Sale al 6,4%, rispetto al 6,1% di una settimana prima, il gap tra la Lega e il Movimento 5 Stelle. La prima al 32,1%, in crescita di uno 0,1%, la seconda in diminuzione di due decimi al 25,7%.

Complessivamente la maggioranza si trova al 57,8%, un decimo in meno di 7 giorni prima.

Vi è più movimento nell’opposizione di centrodestra, che cala dello 0,4% sino al 13%. Risultato della perdita del 0,1% di Forza Italia, al 8,2%, della stabilità di Fratelli d’Italia al 4%, e del calo di Noi per l’Italia dall’1,1% al 0,8%.

Nel centrosinistra invece si registra una crescita dello 0,6% al 25,1%. Non si tratta però del PD, che rimane inchiodato al 18,5%, del resto vicinissimo al 18,7% del 4 marzo, ma dei suoi alleati.

+Europa va dal 2,1% al 2,2%, e soprattutto le forze minori della stessa area, da MDP ai Verdi al PSI, alla SVP che crescono di ben mezzo punto, andando al 4,4%

Potere al Popolo si porta al 2,1% dal 2%, mentre le forze minori inferiori all’1% vivono una diminuzione dal 2,2% al 2%.

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