Referendum Tav: data probabile e posizioni nel M5S, Fico per il no
Il referendum sulla Tav? Timide aperture dai 5 stelle – degna di nota quella di Di Maio – nonostante i mugugni interni, oltre a quelli del partner di governo. Prima, però, dovrà arrivare il rapporto sui costi e benefici della grande opera; solo dopo si potrebbe parlare apertamente di consultazione popolare.
Referendum Tav: non può essere una votazione nazionale
Innanzitutto, al riguardo di un eventuale referendum sull’alta velocità Torino-Lione, bisogna precisare che non potrebbe essere oggetto di una votazione nazionale. Infatti, l’accordo per la sua costruzione è frutto di un trattato internazionale, dunque, in base alla Costituzione, non può essere abrogato via referendum. D’altra parte, si potrebbe optare per una consultazione a livello regionale o di Città metropolitana.
Il Presidente del Piemonte Sergio Chiamparino sarebbe d’accordo: servono le firme di 8mila cittadini con diritto di voto; dopo un iter burocratico e politico, potrebbe tenersi in contemporanea alle elezioni Europee. Se il livello fosse quello metropolitano, invece, ci sarebbe qualche difficoltà in più. Innanzitutto, il sindaco Chiara Appendino: non è una grande sostenitrice dell’ipotesi referendum ma Di Maio dovrebbe convincerla. Detto ciò, servono 60mila firme, l’iter politico e burocratico è più complesso (non si può accorpare a un’altra votazione) e, tra l’altro, non è ben chiaro se la Tav rientri tra le competenze dell’ente.
Referendum Tav: lo scontro interno alla maggioranza
Alcuni hanno la sensazione che la Tav sarà il campo su cui si consumerà una frattura irreparabile tra le due forze di maggioranza. In primis, perché il Movimento 5 Stelle non è compatto sulla questione, anzi; per quello che si può capire, anche solo il referendum, potrebbe causare lo sfaldamento del gruppo parlamentare pentastellato. In questo senso, è un segnale la contrarietà palesata dal Presidente della Camera Roberto Fico rispetto all’ipotesi; insomma, per lui la Tav è fuori discussione. Lo scontro è dietro l’angolo col ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli favorevole alla consultazione.
In secondo luogo, è decisamente pro Tav la Lega anche in funzione del rapporto fondamentale con Forza Italia. Dal Carroccio solo un passo indietro dalla Francia o dall’Europa giustificherebbe un cambio di rotta. Dunque, basterà una relazione costi/benefici negativa sulla realizzazione dell’opera e avverrà la collisione.