Dissidi col datore di lavoro per la visita fiscale
La visita fiscale Inps viene effettuata su ordine dello stesso Istituto di Previdenza o su richiesta del datore di lavoro. Quest’ultima fattispecie è piuttosto frequente in alcuni casi, ad esempio quando il lavoratore assente causa malattia ha dato prova negli ultimi tempi di una condotta poco professionale. Oppure si assenti abitualmente a ridosso di weekend, a causa di fantomatiche malattia. Il rapporto di fiducia con il datore di lavoro s’incrina e quest’ultimo cerca di capire se il lavoratore lo stia “truffando”. Per difendersi può assumere un investigatore privato che segua il lavoratore e ne verifichi le effettive condizioni di salute tramite il comportamento durante la giornata in cui non è a lavoro. Ma può anche ordinare una visita fiscale Inps nel caso in cui non si fidi della prognosi del medico di fiducia del lavoratore.
Visita fiscale Inps: disaccordo tra datore di lavoro e medico
La procedura che è alla base dell’assenza causa malattia è infatti ormai ben nota. Il lavoratore si reca dal medico di base che redige un certificato medico che inoltra all’Inps, rilasciando poi il numero di protocollo al lavoratore. Durante il periodo di malattia, sin dal primo giorno e anche durante weekend e festivi, al domicilio indicato dal lavoratore può passare il medico fiscale, che è tenuto a rispettare le fasce orarie di reperibilità. Queste ultime, lo ricordiamo, sono differenti tra dipendenti pubblici (9-13 e 15-18) e dipendenti privati (10-12 e 17-19).
Come scritto sopra la visita fiscale Inps può essere richiesta anche dal datore di lavoro. Il medico fiscale andrà dunque a visitare il paziente e avrà facoltà di modificare o confermare la prognosi e quindi la durata della malattia. Spetta infatti solo al medico accertare la durata del periodo di malattia del lavoratore e non certo al datore di lavoro, né tantomeno al lavoratore. Quest’ultimo ha la possibilità di guarire prima del previsto, ma sarà comunque necessario un accertamento medico per confermare tale condizione e consentire il rientro anticipato a lavoro.
Insomma, è sempre il medico a decidere, ma in caso di disaccordo tra datore di lavoro e medico di base del lavoratore, sarà il medico fiscale ad avere l’ultima parola.
Visita fiscale Inps: quando il datore può licenziare il lavoratore
Resta il fatto che il datore di lavoro può tutelarsi anche con il licenziamento del lavoratore. Questo però può avvenire solo nel caso in cui il lavoratore sia palesemente sano o rallenti volontariamente il processo di guarigione assumendo una condotta poco sana (ad esempio andando in discoteca con la febbre oppure sollevando pesi nonostante i problemi alla schiena). Oppure nel caso in cui il lavoratore superi il cosiddetto periodo di comporto, ovvero un periodo di malattia eccessivo rispetto a quanto previsto dal contratto.
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