Spesa sociale, le differenze tra Italia ed Europa – infografiche
L’Europa presenta modelli economici anche molto diversi tra loro, lo sappiamo. E questo è particolarmente evidente nel modo di affrontare e sostenere la spesa sociale, cioè quella riguardante i settori più fragili della società. Rientrano in essa prestazioni come: pensioni di vecchiaia, della disabilità, dell’edilizia sociale, del sostegno alla famiglia, dei sussidi alla disoccupazione ecc.
Non si tratta solo della quota del PIL destinata a tale spesa, ma anche delle differenze tra le risorse dedicate a una componente o a un’altra.
Nella nostra infografica è possibile selezionare la percentuale di PIL o della spesa sociale stessa in capo a una determinata voce.
Quella più importante in generale è quella relativa alle pensioni di vecchiaia, e questo è specialmente vero in Italia.
Rappresentano nel nostro Paese il 13,9% del PIL, ma si arriva al 14,4% in Grecia. Comunque molto più del 9,1% tedesco, o del 12,9% francese. In generale in tutto l’Est si rimane sotto il 10%.
Le pensioni di vecchiaia sono del resto in Italia il 48,3% di tutta la spesa sociale, ma in questo caso veniamo superati da Grecia, Portogallo, e Romania, dove si va oltre il 50%. In questi casi in generale la spesa pubblica è più limitata (ma non in Grecia) ma questa componente, anche se richiede pochi milioni o miliardi di euro, è comunque più importante delle altre, per cui si spende ancora meno.
È in Germania e Irlanda che invece risulta meno centrale, corrisponde al 32,3% e 31,4% rispettivamente. Questo perché il welfare in questi e altri Paesi si basa anche su altri interventi. Per esempio in Germania l’11,4% della spesa sociale va in sussidi alle famiglie e ai minori. Il 12,8% in Polonia. Solo il 6,2% in Italia
Spesa sociale, le differenze su reversibilità e disoccupazione – infografiche
Vi sono altre voci molto importanti, per esempio la spesa per sussidi di disoccupazione e reinserimento. Sono Spagna, Belgio, Irlanda, Finlandia, quelli che vi dedicano più risorse, tra l’8 e il 10%. L’Italia spende in termini relativi più della Germania, 6,1% contro 3,5%, e più che in tutto l’Est.
Al contrario in Germania, come nei Paesi Bassi e in Francia si dedica molto spazio alla malattia e alla disabilità. Presumibilmente in questa voce è compreso il sostegno alla maternità e ai congedi parentali dei lavoratori. Si arriva in Germania al 11,2% del PIL e al 43% della spesa totale. In Italia rispettivamente al 8,3% e a 28,9%.
Si conferma come vi sia meno attenzione in Italia per chi non si trovi in una età in cui si può accedere alla pensione.
La conferma arriva anche dalla quota della spesa sociale dedicata alle pensioni di reversibilità. Si arriva al 9,1% nel nostro Paese, poco meno del record greco, 10,2%. In Germania al 6,4%, in Francia al 5,4%, nel Regno Unito solo al 0,3%, visto che è tutto relegato al settore privato.
Tra Paese e Paese vi sono enormi differenze, come si vede, si spende in alcuni 10 volte di quanto si spende in altri. Non vi è stata integrazione da questo punto di vista, ed è difficile immaginare se ci sarà in futuro.