Sondaggi elettorali Ipsos: primarie Pd, Zingaretti senza rivali

Pubblicato il 15 Dicembre 2018 alle 13:34 Autore: Guglielmo Sano
Sondaggi elettorali Ipsos: primarie Pd, Zingaretti senza rivali
Sondaggi elettorali Ipsos: primarie Pd, Zingaretti senza rivali

L’ultimo sondaggio di Ipsos per il Corriere della Sera si concentra sul Pd e, nello specifico, sui vari aspetti della “fase travagliata” che stanno vivendo i Dem.

Sondaggi elettorali Ipsos: primarie Pd, Zingaretti senza rivali

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Sondaggi elettorali Ipsos: il passato e il futuro del partito

Secondo le ultime intenzioni di voto Ipsos, il Partito Democratico non andrebbe oltre il 17-18% se si votasse oggi; in pratica, avrebbe perso un milione di elettori circa dalle ultime politiche. Già allora la situazione non era positiva: lo votarono in 6,2 milioni, 2,5 milioni in meno rispetto alla tornata precedente.

Ora, guardando ai flussi elettorali, rilevano dall’istituto, i delusi dal Pd hanno preso la via dell’astensione oppure si stanno spostando verso il Movimento 5 Stelle.

Ciò di riflesso indica una certa confusione sul cambio di rotta da attuare. Infatti, il 51% degli elettori vorrebbe che il partito tornasse a parlare agli elettori di sinistra mentre il 49% vorrebbe proseguire il dialogo con chi si riconosce nel centro(destra).

Sondaggi elettorali Ipsos: primarie decisive?

Sulla strada che il partito prenderà nel prossimo futuro influirà in modo decisivo il risultato delle primarie. Ipsos, visto il ritiro dalla corsa di Minniti, ha valutato la forza di Zingaretti, Martina e Giachetti. Il governatore del Lazio non pare avere rivali con il 39-40% di preferenze, a seconda che si guardi l’elettorato in generale o solo quello di centrosinistra. D’altro canto, Martina non andrebbe oltre il 17%-12% e Giachetti non supererebbe l’8-6%.

Tuttavia, a quel punto si potrebbe aprire uno scenario tutt’altro che sereno per il Pd visto che la possibilità di una scissione dell’ala renziana sta sempre più prendendo quota. Secondo Ipsos, nonostante sia difficile rilevare le intenzioni di voto per una formazione politica che di fatto non esiste al momento, il partito di Renzi non supererebbe il 3,4%. Nessuna emorragia di voti, dunque, ma comunque un altro – forte – scossone per un edificio tutt’altro che solido.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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