La crisi del 1929 e la crisi del 2008
[ad]Tra i vari paesi europei, i due Professori mettono in risalto anche la caduta degli indicatori italiani rispetto ad altri concorrenti del mercato globale. Ci si domanda dunque se questo momento negativo di decrescita sia un indicatore di una crisi ancora maggiore nel nostro paese. E soprattutto, ci si chiede se potrà il mercato globale far da traino anche per la debole economia italiana.
Ringraziamo Robert Jordan per averci segnalato e tradotto questo articolo.
Questo e’ un aggiornamento dell’ articolo del 6 aprile 2009 che confronta la crisi globale di oggi alla Grande Depressione. La produzione industriale, il commercio e i mercati azionari stanno scendendo oggi piu’ rapidamente che nel 1929-1930. fortunatamente la riposta politica e’ molto migliore. Gli aggiornamenti dimostrano che i mercati azionari ed il commercio hanno avuto qualche miglioramento, senza tuttavia contraddire la conclusione piu’ generale: la crisi odiera e’ almeno grave quanto la Garnde Depressione.
Nota: gli autori aggiorneranno I grafici mano a mano che nuovi dati saranno disponibili.
Nuovi risultati:
- la produzione industriale mondiale continua a riflettere in modo stretto la caduta degli anni ’30, senza segnali di “green shoot”
- i mercati azionari mondiali hanno visto un lieve recupero da marzo, ed il commercio mondiale si e’ stabilizzato, ma entrambi stanno seguendo una traiettoria decisamente piu’ bassa di quella che segui’ la grande depressione.
- Ci sono grafici per la produzione industriale di singole nazioni. Le grandi 4 nazioni EU sono divise tra nord e sud; oggi la produzione industriale tedesca e inglese stanno percorrendo la stessa traiettoria al ribasso degli anni ’30, mentre Italia e Francia stanno andando molto peggio.
- I nord americani (US & Canada) continuano a vedere la loro produzione industriale cadero in modo simile a quello che accadde nel 1929, senza segnali chiari di svolta
- La produzione industriale in Giappone in febbraio era 25 punti percentuali piu’ bassa che nell’ analoga fase della grande depressione. C’e’ stato comunque un forte recupero in Marzo
- I fatti per Cile, Belgio, Cecoslovacchia [?? Non esiste piu’ Cecoslovacchia…] Polonia e Svezia sono riportati sotto. Notare il recupero dell’ europa orientale
.
Figura 1. World Industrial Output, Now vs Then (updated)
Figura 2. World Stock Markets, Now vs Then (updated)
Updated Figure 3. The Volume of World Trade, Now vs Then (updated)
Updated Figure 4. Central Bank Discount Rates, Now vs Then (7 country average)
Figura 5. Industrial output, four big Europeans, then and now
(per continuare la lettura cliccare su “2”)
Figura 6. Industrial output, four Non-Europeans, then and now.
Figura 7: Industrial output, four small Europeans, then and now.
Inizio dell’articolo originale, pubblicato il 6 Aprile 2009
[ad]I paralleli tra la grande depressione degli anni ’30 e la corrente Grande Recessione sono stati ampiamente commentati.
Paul Krugman ha confrontato la caduta nella produzione industriale US tra I suoi picchi di meta’ 1929 e fine 2007, dimostrando che questa volta e’ stata piu’ morbida.
Su questa base egli si riferisce alla corrente situazione, con humor nero caratteristico, come alla solo “mezza grande depressione”
Il grafico “Four Bad Bears” che compara il Dow nel 1929-30 e S&P 500 nel 2008-9 ha avuto alrettanto ampia circolazione (Short 2009). Fa vedere che il mercato azionario da fine 2007 sta scendendo piu’ o meno alla stessa velocita’ del 1929-30
La grande depressione è globale, non solo USA.
Questo e molti altri commenti confrontano l’ America di oggi e del 1929. questa, comunque, e’ una immagine fuorviante. La grande depressione fu un fenomeno globale. Anche se origino, in un certo senso, negli USA, fu trasmessa internazionalmente tramite i flussi commerciali, i flussi di capitali ei prezzi delle materie prime.
Cio’ detto, paesi diversi sono stati colpiti in maniera diversa. Gli USA non sono rappresentativi del tutto.
La nostra Grande depressione e’ in ogni bit altrettanto globale, nonostante inziali speranze per il decoupling in Europa o in Asia. C’e’ una crescente conapevolezza che gli eventi hanno assunto un aspetto ancora peggiore al di fuori degli USA, con cadute persino piu’ gravi nel settore manufatturiero e nei prezzi delle esportazioni e del capitale
Di fatto, quando guardiamo ai dati globalmente, come in Figura 1, il decline negli ultimi 9 mesi e’ stato almeno altrettanto grave che nei nove mesi seguenti il picco del 1929 (tutti I grafici in questio articolo confrontano I comportamenti dopo i picchi nella produzione industriale mondiale, che sono avvenuti nel giugno 1929 e nell’ aprile 2008)
Qui, in ogni caso, c’e’ una prima illustrazione di come il quadro globale fornista una prospettiva molto differente, e molto peggiore, del caso degli US considerato da Krugman che, come notato sopra, fa vedere un moiré decline della produzione industriale oggi rispetto ad allora.
Figure 1. World Industrial Output, Now vs Then
Source: Eichengreen and O’Rourke (2009) and IMF.
In modo analogo, mentre la caduta nei mercati azionari USA ha seguito l’ andamento del 1929, i mercati azionari globali stanno cadendo persino piu’ velocemente oggi che durante la grande depressione (Figure 2). Di nuovo, questo contrasta la percezione di coloro che, basando le loro valutazioni sul solo mercato USA, suggeriscono che il crash attuale non sia piu’ serio di quello del 1929-30.
Figure 2. World Stock Markets, Now vs Then
Source: Global Financial Database.
Un’ altra area nella quale stiamo sorpassando I nostril predecessori e’ nella distruzione del commercio. Il commercio mondiale sta diminuendo molto piu’ rapidamente che nel 1929-30 (Figure 3). Questo e’ estremamente allarmante data l’ importanza attribuita in letteratura alla distruzione del commercio mondiale quale fattore aggravante della Great Depression.
Figure 3. The Volume of World Trade, Now vs Then
Sources: League of Nations Monthly Bulletin of Statistics, http://www.cpb.nl/eng/research/sector2/data/trademonitor.html
(per continuare la lettura cliccare su “3”)
E’ già depressione.
[ad]In sintesi, stiamo andando come, o persino peggio che nella Grande Depressione, che la metrica sia la produzione industriale, l’ export o l’ andamento deimmercati finanziari. Dare attenzione solo agli USA fa minimizzare questo fatto allarmante. L’ etichetta di “grande recessione” puo’ risultare troppo ottimistica: questo e’ un evento a scala di Depressione.
Cio’ detto, siamo nella crisi attuale da un solo anno, laddove dopo il 1929 l’ economia mondiale continuo’ a contrarsi per i tre anni successivi. Cio’ che importa adesso e’ che i policy makers arrestino il declino. Quindi esaminiamo le risposte.
Le risposte: Allora ed Adesso.
Figure 4 illustra I tassi pesati in funzione del PIL delle banche centrali per 7 paesi .
Come si puo’ vedere, in entrambe le crisi c’e’ stato un ritardo di cinque o sei mesi prima che i tassi rispondesso alla fine del picco, nonostante che nella crisi attuale i tassi siano stati tagliati piu’ rapidamente e da un livello di partenza inferiore. C’e’ in ballo qualcosa in piu’ che la semplice differenza tra George Harrison e Ben Bernanke. La risposta della banca centrale e’ stata diversa su scala globale.
Figure 4. Central Bank Discount Rates, Now vs Then (7 country average)
Source: Bernanke and Mihov (2000); Bank of England, ECB, Bank of Japan, St. Louis Fed, National Bank of Poland, Sveriges Riksbank.
Figure 5 fa vedere la money supply per una media – peseta in funzione del PIL- dei 19 paesi che valgono oltre la meta’ del PIL mondiale. Chiaramente, ò’ espansione monetaria e’ stata piu’ rapida nel maturare della crisi del 2008 che durante il 1925-1929, il che e’ ci ricorda che lo sviluppe degli eventi non e’ stato lo stesso nei due casi. Inoltre, la money supply globale ha continuato a crescere rapidamente nel 2008, a differenza del 1929, quando si stabilizzo’ e poi fu soggetta a un catastrofico declino.
Figure 5. Money Supplies, 19 Countries, Now vs Then
Source: Bordo et al. (2001), IMF International Financial Statistics, OECD Monthly Economic Indicators.
Figure 6 e’ la fotografia analoga per la politica fiscale, questa volta per 24 paesi. I dati correnti includono IMF’s World Economic Outlook Update forecasts per il 2009 e il 2010. come si vede, il deficit fiscale si espanse dopo il 1929 ma solo in misura modesta. Chiaramente, la disponibilita’ al deficit oggi e’ considerevolmente piu’ grande.
Figure 6. Government Budget Surpluses, Now vs Then
Source: Bordo et al. (2001), IMF World Economic Outlook, January 2009.
Conclusione
Per riassumere: il mondo sta subendo uno shock economico grande in ogni particolare quanto lo shock della grande depressione del 1929-1930. osservare solo gli USA conduce a sottovalutare quanto allarmante la situazione sia persino in confronto al 1929-30.
La buona notizia, naturalmente. E’ che la risposta e’ molto diversa. La domanda adesso e’ se la risposta produrra’ risultati.
Per la risposta, resta collegato.
Bibliografia
Eichengreen, B. and K.H. O’Rourke. 2009. “A Tale of Two Depressions.” In progress.
Bernanke, B.S. 2000. Bernanke, B.S. and I. Mihov. 2000. “Deflation and Monetary Contraction in the Great Depression: An Analysis by Simple Ratios.” In B.S. Bernanke, Essays on the Great Depression. Princeton: Princeton University Press.
Bordo, M.D., B. Eichengreen, D. Klingebiel and M.S. Martinez-Peria. 2001. “Is the Crisis Problem Growing More Severe?” Economic Policy32: 51-82.
Paul Krugman, “The Great Recession versus the Great Depression,” Conscience of a Liberal (20 March 2009).
Doug Short, “Four Bad Bears,” DShort: Financial Lifecycle Planning” (20 March 2009).
This article may be reproduced with appropriate attribution. See Copyright (below).