Cesare Battisti: figli, storia e chi è. Estradizione in Italia
Il Presidente brasiliano Michel Temer ha firmato il decreto di estradizione per l’ex terrorista italiano Cesare Battisti, è latitante al momento
Chi è Cesare Battisti
Il Presidente brasiliano Michel Temer ha firmato il decreto di estradizione per l’ex terrorista italiano Cesare Battisti. In Italia ad attenderlo la condanna all’ergastolo per quattro omicidi risalenti agli anni 70. Battisti, però, al momento risulta latitante; è sparito da giovedì ha riferito alle autorità brasiliane il suo legale Igor Sant’Anna Tamauskas.
Cesare Battisti: le recenti pressioni italiane
L’ultimo avvistamento, secondo le testimonianze, invece, è avvenuto martedì scorso. Detto ciò, l’avvocato si è dichiarato stupito dall’ordine d’arresto spiccato dal Supremo tribunale Federale nei confronti del suo cliente perché a rischio di fuga. Sempre Tamauskas ha poi annunciato la presentazione di un ricorso contro il provvedimento.
Scattate le ricerche della Polizia nei dintorni di Cananeia, Stato di San Paolo, dove Battisti è residente da anni. D’altro canto, è probabile che stia provando a lasciare il paese: già nel 2017 aveva provato ad entrare in Bolivia prima di essere arrestato.
La politica italiana è tornata a occuparsi dell’estradizione di Cesare Battisti di recente. Anche ieri, 14 dicembre, il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è rivolto direttamente al neo-eletto Presidente del Brasile, che d’altra parte non si insedierà prima di gennaio, Jair Bolsonaro per chiedere l’estradizione dell’ex terrorista.
Cesare Battisti: una lunga storia
Battisti, classe ‘54 di Latina, venne arrestato per la prima volta nei primi anni ’70, accusato di rapina e sequestro di persona. Nel 1977 si unì ai Proletari armati per il Comunismo (PAC), gruppo armato di estrema sinistra, dopo averne conosciuto il fondatore Arrigo Cavallina. Uscito dal carcere si diede a rapine, sabotaggi e omicidi per conto dei PAC. Arrestato nuovamente nel 1979, riuscì a evadere due anni più tardi. La sua fuga lo portò all’estero, in Francia, Messico e, infine, in Brasile. Nel 2009 gli venne concesso status di rifugiato politico che nello stesso anno venne revocato dalla giustizia brasiliana; l’estradizione fu negata dall’allora presidente Lula.