Babbo Natale esiste o no?
Simbolo della magia del Natale, Babbo Natale torna ogni anno riproponendo ai genitori la solita questione irrisolta: meglio rivelare la verità sulla sua esistenza o continuare ad alimentare il mito? Tutti noi abbiamo creduto nella favola del gigante buono e barbuto che, vestito di rosso, gira per il mondo lasciando doni ai bambini nella notte di Natale. La scoperta della verità non ha lasciato nessun trauma insuperabile, ma è avvenuta nel migliore dei modi?
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La verità su Babbo Natale: cosa ne pensano i pedagogisti
Non vi sono posizioni univoche. Alcuni esperti, come dichiarato da Celeste Pernisco per Vanity Fair, ritengono importante mantenere il gioco ai bambini fino all’autonoma scoperta, mediamente attorno agli 8-9 anni. La successiva rivelazione non priverà il Natale della sua magia, che continuerà ad alimentarsi attraverso le sue storie e la partecipazione dei bambini più grandi alla creazione della favola per i piccoli. Anche i pediatri sostengono l’importanza di alimentare i sogni finché possibile. Non bisognerebbe quindi arrendersi alle prime domande ma nemmeno insistere troppo portando eccessive giustificazioni per la sua esistenza. Come affermato da Italo Farnetani in SECOLO d’Italia: “I sogni vanno alimentati, ma senza tirare troppo la corda. Il rischio è perdere credibilità”.
Vi sono invece pedagogisti che si mostrano più delicati verso la questione. Kathy McKay, sulle pagine di The Lancet Psychiatry, ha dato consigli su come gestire il caso. Uno di questi sarebbe quello di evitare la creazione di troppe ‘prove’ come la messinscena di qualche parente nel travestimento di Babbo Natale, specie dopo i 3-4 anni del bambino.
Il punto che unisce tutti rimane il coinvolgimento di adulti e bambini (consapevoli o meno) nel grande gioco magico del Natale; in modo da portare avanti questo rito particolare e far rivivere, anche ai più anziani, le emozioni date dalla favola alla quale anche i più scorbutici a Natale vorrebbero credere.
Sabrina Badalotti