Katowice, COP24: pochi passi avanti

Katowice, COP24: pochi passi avanti
Katowice, COP24: pochi passi avanti

Raggiunto nella giornata di sabato un accordo tra i negoziatori impegnati a Katowice nella COP24. Vale a dire, nella riunione annuale della Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite finalizzata al contrasto dei cambiamenti climatici. I circa 200 paesi presenti al tavolo hanno infine definito un accordo volto alla riduzione delle emissioni di CO2. L’intesa è concretizzata nelle circa cento pagine che compongono il “Rulebook” applicativo dell’accordo di Parigi.

Le regole in esso contenute specificano come contare le emissioni, definendo anche contestualmente cosa considerare o meno all’interno di questo conto. Inoltre, esse prevedono che i paesi presentino una relazione ogni due anni che resoconti le loro azioni. Questa relazione sarà sottoposta alla valutazione di esperti, ma non potrà essere oggetto di sanzioni. Una certa quota di flessibilità viene garantita ai paesi meno sviluppati e agli stati insulari. In aggiunta, ogni cinque anni e a partire dal 2023, i paesi faranno una “valutazione globale” dei loro sforzi collettivi.

Katowice, COP24: nessuna svolta

L’accordo, come detto, doveva definire in maniera più stringente le modalità di applicazione dell’accordo di Parigi del 2015. Queste prevedevano uno sforzo globale coordinato nell’impedire che la temperatura globale si innalzasse di 2 gradi centigradi rispetto all’era pre-industriale. Impegnandosi contestualmente a cercare di tenere il riscaldamento globale intorno a 1,5 gradi.

Ad ottobre, in preparazione ai lavori del meeting, il Pannello Intergovernamentale sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (IPCC) aveva avvertito degli enormi rischi relativi al proseguire nella attuale direzione. Invitando a forti sforzi di riduzione da parte di tutti i paesi delle loro emissioni di gas serra da qui al 2020. Per le conclusioni dell’IPCC, le emissioni dovrebbero calare del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010.

Ma l’annunciata svolta non c’è stata. È stato in realtà molto difficile anche solo trovare un accordo tra i vari paesi, interessati in maniera differente dal surriscaldamento globale. Il segretario ONU Guterres in apertura del meeting aveva parlato di sforzi insufficienti e di caos climatico globale alle porte. Le sue parole non sembrano aver portato a molto.

Katowice, COP24: le posizioni degli Stati

Da un lato, paesi come gli Stati Uniti e il Brasile hanno annunciato la loro volontà di non volere essere vincolati dall’accordo di Parigi. Ciò nonostante questi abbiano sottoscritto le conclusioni di Katowice sulla sua applicazione e rimangano al momento formalmente ancora inclusi nel patto parigino. Dall’altro, paesi emergenti come la Cina e l’India hanno affermato di voler procedere ad un taglio netto delle emissioni.

Ma allo stesso tempo, in particolare la Cina, hanno ricordato che, proprio in qualità di paesi non ancora sviluppati, il principio delle “responsabilità comuni ma differenziate” vada tenuto in considerazione. In mezzo, stritolati da questa tenaglia soprattutto i paesi più piccoli e poveri.

Ricapitolando, ancora una volta, non c’è alcun elemento vincolante per gli Stati rispetto ai loro sforzi di riduzione degli emissioni. Inoltre, lo stesso rapporto dell’IPCC è divenuto oggetto di contesa politica. Ciò a causa di un’alleanza inedita tra Stati Uniti, Russia, Arabia Saudita, Kuwait e Brasile che ha impedito di definire “benvenute” le sue raccomandazioni da parte degli Stati presenti al vertice.

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