Business plan: l’importanza, come si fa e a che serve

Pubblicato il 20 Dicembre 2018 alle 11:04 Autore: Gianni Balduzzi
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Business plan: l’importanza, come si fa e a che serve

Sempre più spesso in questi anni può capitare di dover redigere un business plan. Lo sanno bene coloro che hanno fondato una startup, che per attirare investitori, o anche solo per rassicurare quelli che già hanno investito, hanno dovuto delineare il proprio progetto imprenditoriale.

È un’operazione molto delicata, da fare professionalmente.

Di base si deve rispondere alla domanda chi? cosa? come?

Certamente ha importanza parlare del prodotto o del servizio al centro del progetto, ma è fondamentale dare informazioni su coloro a cui ci si rivolge, il target, e su chi sono gli imprenditori. Il background, le competenze, le notizie sui soci sono fondamentali.

E poi, non necessariamente come ultimo elemento, si deve spiegare la strategia e i mezzi con cui raggiungere gli obiettivi proposti, le azioni di marketing per esempio, o la strategia commerciale.

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Business plan, gli elementi più importanti

Tra gli elementi da non dimenticare per rassicurare il potenziale investitore vi è l’analisi del mercato, e in particolare la concorrenza. È essenziale esaminare chi veramente è il principale concorrente, e spesso non si tratta come si pensa di grandi player già affermati, ma di imprese piccole, come la startup che si sta fondando per esempio.

E si deve essere onesti nel sottolineare i punti di forza altrui e le proprie debolezze su cui lavorare.

Vi è poi la programmazione finanziaria. Spesso è l’elemento che alcuni investitori osservano di più, se non addirittura l’unico.

È normale non realizzare utili all’inizio, ma si dovrebbe stabilire quando potrà esserci realisticamente il break even point, e perché in quel momento. Quali sono i costi fissi da sostenere da subito, e quali quelli variabili senza sottovalutarli, in particolare i costi del personale.

È determinante mostrare di poter sostenere un cash flow positivo, attraverso gli investimenti o i finanziamenti, e con una attenta valutazione dei tempi di incasso delle fatture attive.

Ne va della reputazione e della fiducia degli investitori, prima che del proprio business.

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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