Esenzione contributi Inps 2019, la proposta
I freelance e i lavoratori che operano in ambito web, e quindi i redattori, ma anche i programmatori e il personale tecnico, che oggi versano i contributi Inps, a partire dal 1° gennaio 2019 potrebbero cambiare cassa previdenziale. E passare all’Inpgi, ovvero l’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani.
Si tratterebbe di una novità molto importante, perché segue l’evoluzione del settore inquadrando anche quelle figure che, pur nona vendo il tesserino da giornalista, lavorano come comunicatori, pubblici o privati, nel settore dell’informazione web. La platea interessata sarebbe dunque ricca di personale, e potrebbe aumentare anche nei prossimi anni. La novità è contenuta in un emendamento alla Legge di Bilancio 2019 a firma Lega, presentato in commissione Bilancio al Senato. Ma il cambiamento, qualora venisse approvato, non sarebbe accolto con favore da tutti.
Contributi Inps: passaggio all’Inpgi, chi riguarda
Le figure professionali coinvolte nel passaggio, che avrebbe luogo dal 1° gennaio 2019, riguarderebbe tutti gli operatori del web. Dai redattori agli influencer, passando anche per le figure più tecniche. Il passaggio all’Inpgi riguarderà “coloro che svolgono attività, anche di natura tecnico-informatica, inerente la produzione, il confezionamento o la fruibilità di contenuti a carattere informativo diffusi sul web o su altro canale multimediale”. Visto l’espandersi progressivo del settore della comunicazione online, l’Inps andrebbe a subire un’emorragia di contribuenti abbastanza importante.
Il primo a essere contrario è il presidente dell’Inps Tito Boeri. Durante la trasmissione Che Tempo Che Fa in cui era ospite, Boeri ha parlato di vero e proprio “scippo di contribuenti all’Inps” finalizzato al finanziamento di alcune casse private. Il riferimento è proprio all’Inpgi. “Lì non hanno contributi sufficienti per pagare le prestazioni e si vogliono spostare alcune persone che stanno pagando i contributi all’Inps all’Inpgi”.
Stando a quanto riporta LentePubblica, relativamente al capitolo delle coperture, il costo si aggirerebbe attorno ai 130 milioni di euro. Si tratterebbe però di “un potenziale risparmio rispetto al rischio di un esborso attorno ai 600-700 milioni previsto dalla soluzione inversa”, ovvero dall’ipotesi dell’incorporamento da parte dell’Inps del polo della comunicazione e informazione.
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In un recente articolo sull’argomento, il Fatto Quotidiano ha parlato di “profondo rosso” per l’Inpgi che dura ormai da qualche anno. L’emendamento firmato dai senatori Borghesi, Rivolta, Zuliani e Ferrero mirerebbe così a “preservare lo status attuale dell’Inpgi”. Il quotidiano informa anche che nel nuovo emendamento è stata prorogata di un anno la presentazione del bilancio tecnico-attuariale sulla sostenibilità dei conti a medio-lungo termine. Una proroga comunque rilevante, perché stando alla normativa di riferimento (Legge n. 509/1994) dopo un solo bilancio in rosso partirebbe automaticamente il commissariamento dell’Ente. E il bilancio 2017 della cassa previdenziale non sorride di certo vista la perdita da 101 milioni di euro, mentre le stime e le prospettive per il 2018 e il 2019 sono tutt’altro che migliorative.
La questione rischia comunque di diventare, in ogni caso, un argomento molto attuale che riguarda una platea di lavoratori piuttosto ampia. E che dunque potrebbe salvare (o danneggiare) l’una o l’altra cassa previdenziale. Perciò non ci resta che attendere aggiornamenti ufficiali sulla questione.