Relazione Annuale del Presidente dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, Antonio Catricalà
A questo indirizzo ill Video della Relazione, con i contributi del Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini e del Presidente di AGCM Antonio Catricalà.
Il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini espone un breve riassunto della Relazione annuale del Presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, partendo dalla descrizione degli effetti della bolla immobialiare americana sul mercato globale, ad elevato grado di interdipendenza.
Si pone l’attenzione anche sul “deficit di conoscenza ed informazione degli operatori finanziari sulle eventuali conseguenze di breve-medio termini degli effetti della crisi”.
Gianfranco Fini riferisce come vi siano possibilità di un arretramento della crisi globale secondo quanto gli organismi internazionali di settore affermano con analisi sui fondamentali, benchè sul fronte dell’economia reale gli effetti a medio termine di una soluzione rimangano incerti. Accenna ad una necessità istituzionale internazionale di porre ciò che il Ministro Tremonti definisce un “ethical standard” per le organizzazioni economico-finanziarie (programma proposto durante l’attuale Summit del G8 a L’Aquila).
[ad]Attenzione alla non sperequazione della ricchezza in un bilanciamento tra logiche di profitto e logiche di assistenza sociale, imputata a procedure di mercato non idonee a garantire tale assetto. Da qui potrebbe nascere l’idea di una supposta superiorità dell’intervento pubblico e della maggiore presenza dello Stato nell’Economia, a detta di alcuni analisti del settore, con azioni più stringenti in fatto di libertà di iniziativa economica. Tale superiorità, come sottolinea Fini, si scontra tuttavia con i dati fattuali, secondo i quali alcune politiche di intervento statale siano state alla base, in maniera non secondaria, della creazione ed esplosione dell’attuale crisi finanziaria.
Antonio Catricalà, successivamente, espone la propria Relazione. Si accenna alla vicenda del piano di deroga antitrust voluta da alcuni consiglieri di Roosvelt nel 1933, secondo i quali la libera concorrenza era stata concausa della grande depressione. Nel maggio del 1935 la legge fu dichiarata anti costituzionale ed il comitato istituito da Roosvelt stesso affermò come l’aumento di monopoli e cartelli tramite quella legge avesse di fatto rallentanto la ripresa. Ne deriva secondo Catricalà come l’autarchia e protezionismo siano rimedi da non perseguire come le talune lezioni del passato ci insegnano. Importante il passaggio che avverte come tali restrizioni siano più facili da far passare in termini di consenso popolare, ma sono in realtà dannose per la comunità.
Incoraggiare liberalizzazioni dovrebbe essere, secondo Catricalà, la ricetta necessaria per evitare la scarsa competitività del sistema economico italiano, parallelamente alla negazione di monopoli e trust che avrebbero come unico effetto quello di non rendere sufficientemente concorrenziale il mercato italiano, immerso nel contesto globale. Implicito ed esplicito il positivo riferimento alle liberalizzazioni proposte ed effettuate dal passato Governo Prodi, tramite il Ministro Bersani.
In conclusione, tale relazione pone l’accento su almeno 3 aspetti:
- Insistenza nell’aumento e ampiezza delle liberalizzazioni come strumento anti-trust efficace
- Abolizione dei monopoli e pratiche economiche restrittive al libero scambio
- Trasparenza da parte degli organi garanti, atta a migliorare il grado di fiducia dei consumatori nel sistema economico e sociale italiano