Deferimento buoni fruttiferi postali di Poste Italiane: quando scatta
Se solo un erede (anche se co-intestatario) incassa l’importo dei buoni fruttiferi, escludendo gli altri eredi, compie il reato di appropriazione indebita
Buoni fruttiferi, quando si fa deferimento
I buoni fruttiferi delle Poste sono stati, con tutta probabilità, lo strumento di risparmio più utilizzato dagli italiani. Infatti, avevano un alto rendimento. In pratica, versando una piccola somma si poteva guadagnare – aspettando qualche anno – anche dieci volte tanto. La situazione oggi è molto diversa: gli interessi sui titoli postali sono pressoché nulli. Quindi, lo strumento, ormai poco conveniente, è utilizzato molto meno.
Buoni fruttiferi: come avviene il rimborso
Sottoscrivendo un buono fruttifero, detto in modo semplice, si deposita una somma di denaro presso Poste. Il titolo è emesso dalla Cassa Depositi e Prestiti, in parole povere la somma è garantita dallo Stato (il rimborso è sempre basato sul valore nominale del titolo a differenza di quello dei Bot, dei buoni del tesoro, che varia in base al mercato). Al deposito corrisponde la maturazione di un’annuale quota di interessi. Come si diceva, in passato era un’operazione molto conveniente. Più si aspettava, più cresceva la somma versata inizialmente. Per ottenere la somma versata più gli interessi bisognava chiedere il rimborso del buono.
La richiesta, però, non poteva avvenire prima di trent’anni nel caso dei buoni fruttiferi postali serie P, per esempio. Tra l’altro, dopo il trentesimo anno, nel caso della serie P, il buono scadeva e non era più fruttifero, cioè non produceva più interessi. Inoltre, andava in prescrizione dopo dieci anni, passato un decennio non si poteva più riscattare. Ciò non vale per i buoni fruttiferi dematerializzati che, al contrario, non vanno mai in prescrizione: alla scadenza, vengono accreditati in automatico a chi li ha sottoscritti.
Buoni fruttiferi: chi può richiedere il rimborso
Buoni fruttiferi: chi può richiedere il rimborso: basterà recarsi presso qualunque sportello di Poste per ottenere il rimborso. A quel punto, sarà necessario mostrare il buono stesso, un documento d’identità e il codice fiscale. Se l’intestatario originario muore si deve aprire una pratica di successione. Sbrigata questa, i beneficiari diventano gli eredi del defunto che l’aveva sottoscritto. Se solo un erede (anche se co-intestatario) incassa l’importo dei buoni, escludendo anche gli altri eredi, compie il reato di appropriazione indebita.