Conto corrente: opposizione blocco o pignoramento saldo, come si agisce

Pubblicato il 22 Marzo 2019 alle 06:15 Autore: Daniele Sforza

Come opporsi al blocco o al pignoramento del saldo in un conto corrente operato dalla banca dopo procedimento giudiziario?

Conto corrente opposizione blocco
Conto corrente: opposizione blocco o pignoramento saldo, come si agisce

Opposizione pignoramento conto corrente


Il pignoramento del conto corrente è una delle ultime operazioni che solitamente il creditore compie nei confronti del debitore. Generalmente, può arrivare una cartella esattoriale oppure un avviso di pagamento che offre un certo lasso di tempo al debitore per mettersi in regola. Passato il quale, però, si passa agli ultimi procedimenti, ovvero al recupero delle somme dovute tramite pignoramento dei beni. Questi ultimi possono essere ad esempio uno stipendio, la pensione oppure il conto corrente.

Pignoramento conto corrente: blocco saldo esagerato, come muoversi

Dopo il procedimento giudiziario, infatti, si dà ordine al datore di lavoro o alla banca di pignorare le somme dovute. Come recita l’articolo 546 del Codice di Procedura Civile, dal momento in cui il soggetto riceve l’atto notificato, “il terzo è soggetto, relativamente alle cose e alle somme da lui dovute e nei limiti dell’importo del credito precettato aumentato della metà, agli obblighi che la legge impone al custode”. Laddove per “custode” s’intende un organo occasionale nominato dal giudice o, in alcuni casi, l’ufficiale giudiziario stesso. Ciò significa che se la somma dovuta è pari a 10.000 euro, la banca può bloccare il saldo sul conto corrente fino a un massimo di 15.000 euro. Ovvero “nei limiti dell’importo del credito precettato aumentato della metà”.

Come riporta La Legge Per Tutti, oltre al debito da restituire, vanno aggiunte anche “le spese liquidate con il decreto ingiuntivo e quelle inserite nel precetto”. Ma ci si può opporre al pignoramento? Anche nel caso in cui la somma trattenuta, o per meglio dire bloccata, sia superiore a quanto stabilito dal Codice di Procedura Civile?

Pignoramento conto corrente: quando è nullo

Prima di tutto va precisato che la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26519 del 9 novembre 2017, ha stabilito che l’atto di pignoramento deve essere completo in ogni sua parte. E dunque deve indicare a cosa si riferiscono gli importi, nonché il numero delle cartelle esattoriali notificate al contribuente, ma ancora non evase. La mancanza di questi elementi rendono la procedura del pignoramento nulla e il debitore avrà la possibilità di opporsi entro 20 giorni.

Forse può interessarti Prestito senza busta paga: requisiti, importo massimo e come averlo

Conto corrente: pignoramento saldo, quando opporsi

Parimenti, nel caso in cui la banca dovesse bloccare più di quanto risulti legittimo bloccare, il debitore avrà la possibilità di opporsi in Tribunale presentando apposita istanza. Tuttavia sarà necessario avere apposita documentazione che validi le proprie ragioni e contesti legittimamente l’illecito procurato dalla banca e dalla procedura del pignoramento errata. Nell’eventualità di somme bloccate superiori a quanto dovuto, ad esempio, si potrà richiedere una riduzione del pignoramento proporzionale a quanto effettivamente dovuto.

SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER

PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM

L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
Tutti gli articoli di Daniele Sforza →