Zampone e cotechino: differenza e come distinguerli. Cosa cambia

Pubblicato il 2 Gennaio 2019 alle 06:41 Autore: Sabrina Badalotti

zampone e cotechino: entrambi ricette tradizionali per lo più natalizie.Per che cosa si distinguono e cosa comporta tale differenza tra i due

Zampone e cotechino differenza e come distinguerli. Cosa cambia
Zampone e cotechino: differenza e come distinguerli. Cosa cambia

Differenza zampone-cotechino. Cosa cambia


Anche chi non li gradisce riconosce il cotechino e lo zampone tra le principali ricette natalizie. A destare dubbi è invece in cosa consiste la differenza tra i due insaccati, ma niente paura. Siamo qui per svelare ogni verità.

La differenza cotechino e zampone: l’involucro

C’è chi ha definito zamponecotechino “fratelli diversi”. In effetti ciò che distingue i due è essenzialmente la natura dell’involucro mentre il contenuto non cambia. Il cotechino viene insaccato nella cotenna (o budello) naturale (del maiale) oppure artificiale. Lo zampone invece è presentato proprio nella zampa anteriore del maiale da cui prende il nome. Oltre alle differenze d’aspetto che ci permettono di distinguerli variano anche gli aspetti nutrizionali. Sebbene entrambi abbiano una certa ‘pesantezza’, lo zampone ha un apporto calorico maggiore a causa del grasso rilasciato dalla cotenna della zampa durante la cottura.

Come detto in precedenza il contenuto tra i due non cambia ma non esiste un’unica ricetta, varia da norcino a norcino. In generale, comunque, l’impasto è composto dal 60% di carni magre fresche (polpa di spalla, gamba, collo e geretto), il 20% di cotenna tenera e il 20% di gola, guanciale e pancetta.

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Le origini dello zampone e del cotechino, piatti tipici “portafortuna” di fine anno

Cronologicamente il cotechino è il più anziano dei due, la tradizione di conservare le carni fresche del maiale nel budello infatti è molto antica. Tuttavia la storia sulla nascita dello zampone è senz’altro più entusiasmante. Nel 1511 a Mirandola, in provincia di Modena, le truppe di Papa Giulio II assediarono la città che, quasi allo stremo, per non sprecare nulla degli ultimi maiali rimasti pensò bene di conservare le carni nelle zampe e nelle cotenne dei suini dando vita così allo zampone. Per aggiungere un po’ di mito alla storia qualcuno racconta che quest’idea ha una paternità celebre e che fu il filosofo Pico della Mirandola a escogitare questa tecnica, tuttavia non si hanno prove in merito a quest’ultima affermazione, quindi spetta a noi decidere se crederci o meno.

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