Prescrizione bollo auto, i casi meno fortunati
Quando cadrà in prescrizione il bollo auto 2019? I termini di prescrizione del bollo auto, una delle tasse meno amate dagli italiani, rappresentano una domanda ricorrente da parte dei proprietari dei veicoli. Il bollo auto non viene pagato spesso per problemi di natura economica, oppure per semplice dimenticanza. O ancora viene semplicemente evaso da quelli che la ritengono una tassa inutile e vogliono fare i furbi. I mancati introiti derivanti dal pagamento del bollo auto non effettuato si riflettono sulle Regioni, Province Autonome e Agenzia delle Entrate. Ma quand’è che non bisogna pagare il bollo auto? Ovvero, quando si prescrive?
Bollo auto 2019: quando cade in prescrizione
Come è ben noto, il bollo auto si prescrive in 3 anni. Questo lasso di tempo, però, non parte dal mese in cui non si è pagato il bollo per l’anno di riferimento. Il conteggio dei 3 anni, infatti, comincia sempre dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui si doveva pagare la tassa. Facendo un esempio pratico, in caso di bollo auto 2015 non pagato, la prescrizione termina il 31 dicembre 2018. Questo significa che a partire dal 1° gennaio 2019 le richieste di pagamento del bollo possono considerarsi illegittime. Al tempo stesso, se non si paga il bollo auto 2019, solo dal 1° dicembre 2023 si potrà essere sicuri di non dovere più pagare la tassa.
Va però ricordato che la prescrizione si interrompe nel caso in cui si riceva una richiesta di pagamento o venga notificata una cartella esattoriale. Al ricevimento della prima comunicazione il contribuente ha un certo lasso di tempo per mettersi in regola. Qualora non lo faccia, l’ente creditore ha il diritto di procedere con l’esecuzione forzata. Ma è anche vero che se dopo la prima comunicazione non avviene nulla, riparte la prescrizione, che dura di nuovo 3 anni.
Bollo auto 2019: richiesta pagamento dopo prescrizione, cosa fare
Alla luce di quanto riportato sopra, chi non ha pagato il bollo e non riceve alcuna notifica di pagamento entro i 3 anni successivi, non può essere considerato debitore. Questo perché avviene che il diritto di riscossione di un’imposta non è stato esercitato nel lasso di tempo stabilito, pertanto la richiesta di pagamento della tassa non è più legittima. In caso di richiesta di pagamento per un bollo auto non pagato, ma che è stato effettivamente pagato, spetterà al contribuente provare la sua regolarità. In questa eventualità sarà necessario allegare alla procedura la ricevuta di pagamento, che quindi bisognerà conservare per un certo lasso di tempo.
Infine, cosa succede se arriva una richiesta di pagamento dopo i 3 anni? Sarà necessario contestare in tempi rapidi la richiesta causa l’intervenuta prescrizione. Questo perché se si lascia passare il tempo in cui siamo chiamati ad agire per metterci in regola, come richiesto dalla Regione o dall’Agenzia delle Entrate, l’accertamento diventerebbe definitivo. Ciò significa che saremo chiamati a pagare quanto dovuto, anche se ormai l’imposta è caduta in prescrizione.
La procedura segue due strade. La prima riguarda la richiesta di esercizio di autotutela. Tramite apposito modulo il contribuente potrà chiedere all’amministrazione finanziaria l’annullamento della richiesta di pagamento. La trasmissione del modulo, tuttavia, non interrompe i tempi della pretesa di pagamento da parte dell’amministrazione. Pertanto si consiglia di appellarsi all’autotutela immediatamente dopo la ricezione della notifica.
La seconda strada riguarda il ricorso presso la Commissione Tributaria regionale. Sotto una certa cifra pretesa come pagamento (3.000 euro) ci si potrà anche difendere da soli, ma viste alcune complessità legate agli aspetti legali della procedura si raccomanda la consulenza di un professionista.
SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER
PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM