Poste Italiane: buoni fruttiferi e rimborso dimezzato, il caso Giannotta
Un altro caso di buoni fruttiferi postali il cui rimborso è stato dimezzato da Poste Italiane al momento della riscossione. Ecco il caso Giannotta.
Rimborso buoni fruttiferi, sconfitta per Poste Italiane
Accade sempre più spesso di dover raccontare degli episodi di rimborsi dimezzati relativi ai buoni fruttiferi di Poste Italiane. L’ultimo caso è quello che ha come protagonista il signor Giuseppe Giannotta, la cui storia è raccontata sulla pagina Facebook di Altroconsumo, associazione a cui sovente i titolari dei buoni fruttiferi si rivolgono per ottenere quanto effettivamente dovuto. Andiamo quindi a riepilogare la storia, che fa da altro precedente per eventuali futuri ricorsi da parte dei titolari di Bfp trentennali.
Rimborso buoni fruttiferi di Poste Italiane: il caso Giuseppe Giannotta
“Nel 1987 mia madre aveva acquistato un buono fruttifero postale dell’importo di 500 mila lire per una durata trentennale”, racconta Giannotta. Una volta scaduti i 30 anni, si reca presso un ufficio postale di Bologna per ritirare quanto dovuto, con la convinzione che gli spettino circa 7.000 euro. “A questo punto l’impiegata mi fa notare che dietro al buono postale era stato apposto un timbro che modificava i tassi di interesse per la durata dei 30 anni. E che l’importo non era più di circa 7.000 euro, ma di 3.360 euro”. Sostanzialmente l’erede del buono fruttifero si è visto un rimborso quasi dimezzato. Un valore di molto inferiore rispetto alla tabella stampata sul retro del buono fruttifero.
“A questo punto torno a casa, guardo meglio il buono postale e scopro che in realtà erano stati modificati soltanto i primi 20 anni e non i 30 come mi aveva detto l’impiegata”. Pertanto il rimborso effettivo sarebbe dovuto essere di circa 5.500 euro a fronte dei 3.300 euro rimborsati. “Confuso da questa situazione, decido di contattare Altroconsumo. Loro mi rispondono che ci sono gli estremi per poter inoltrare un reclamo. In caso di mancata soddisfazione a fronte della risposta che mi si doveva entro i 30 giorni, avrei potuto rivolgermi all’Arbitro Bancario”.
Poste Italiane: rimborso Bfp, quando sporgere reclamo
La richiesta del signor Giannotta prevede quindi il riconoscimento degli interessi originali più alti per gli ultimi 10 anni, perché il timbro modificava i tassi solo per i primi 20 anni. “Poste Italiane non accetta il mio reclamo, quindi mi rivolgo all’Arbitro Bancario, che dopo 6 mesi mi dà ragione, obbligando Poste Italiane a rimborsarmi 2.200 euro”.
Altroconsumo invita dunque tutti coloro i quali si trovano nella stessa situazione del signor Giannotta ad appellarsi all’associazione per sporgere un reclamo. E far quindi valere i propri diritti.
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