Nella giornata di ieri la Squadra Mobile di Napoli ha posto sotto sequestro una Volvo station vagon, utilizzata da un ultra napoletano per investire, forse volontariamente, Daniele Belardinelli, tifoso dell’Inter.
L’ultra, venticinquenne e originario di Napoli, si trova ora nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio volontario. Le dinamiche del grave incidente, avvenuto in seguito ai tafferugli scoppiati il 26 dicembre, durante la partita Inter-Napoli, sono ancora da accertare.
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La vittima, 39 anni, è deceduta la sera del 26 dicembre per le gravi ferite riportate, nell’Ospedale San Carlo di Milano.
I tafferugli erano scoppiati in mattinata. Neanche gli uomini della Digos erano riusciti a placare la ferocia delle due bande rivali. Secondo alcune testimonianze, alcuni tifosi napoletani, nel tentativo di fuggire, avevano cercato di farsi largo tra la folla con le loro stesse auto. Per cause accidentali o volontarie, una delle auto ha investito Daniele Belardinelli.
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Le telecamere di video sorveglianza non hanno, sfortunatamente, ripreso la targa della Volvo sequestrata. L’auto sarebbe intestata al padre del tifoso napoletano, ora sotto accusa. Sono dunque in corso i dovuti accertamenti. Il proprietario della Station Vagon non ha però smentito che il figlio si trovasse in quel luogo, la mattina di Santo Stefano.
Tifoso Inter morto: sequestrata auto a Napoli, chi era Daniele Belardinelli
Daniele Belardinelli, ultra biancorosso, era già noto alle forze dell’ordine. I compagni hanno riferito di non ricordare nulla del momento dell’incidente. Solo uno di loro sostiene di aver visto che l’uomo è stato investito da ben due automobili; una delle quali descritta come un SUV di colore nero.
Espulso dagli stadi da ben cinque anni, l’ultra interista da tempo era diventato capo dell’ala più estremista del gruppo biancorosso, gemellato con i nerazzurri.