Damiano attacca M5S sull’assegno sociale
Il vicepremier e titolare del MISE Luigi Di Maio non perde occasione per ribadirlo: pensione di cittadinanza da 780 euro per tutti. Sul tema è intervenuto l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano: in pratica, i conti non tornano, sostiene quest’ultimo, visto che per sostenere le promesse dell’esecutivo servirebbero almeno 12 miliardi.
Assegno sociale: le parole di Damiano
Secondo gli ultimi dati dell’Inps, ci sono più di 2 milioni di pensionati che prendono 3.400 euro all’anno. Volendo innalzare tale soglia di 6mila euro circa, portandola fino a quota 9.360 euro all’anno, cioè 780 euro per 12 mesi, bisogna trovare, appunto, 12 miliardi di euro. Dunque, è arrivato il commento di Damiano: “Di Maio ci spieghi dov’è lo stanziamento in Legge di Bilancio. Soltanto con un imbroglio contabile si può fare ciò che il Governo promette”.
Leggendo il testo della manovra non è possibile rintracciare tale entità di risorse per il finanziamento dell’operazione. Per pensioni e reddito di cittadinanza, infatti, la dotazione che risulta è pari a 7.100 milioni per il 2019, 8.055 milioni per il 2020 e 8.137 milioni per il 2021.
Assegno sociale: i dubbi sulla platea dei beneficiari
Al di là delle polemiche sulle risorse stanziate, dei dubbi sono sorti anche a proposito della platea dei beneficiari. Secondo alcuni calcoli, ben pochi tra coloro che prendono le pensioni integrate al minimo e quelli che prendono la pensione di invalidità verranno coinvolti dall’aumento prospettato da Di Maio. Non più di 250mila su 5 milioni circa, cioè il 4-5%.
Colpevoli in questo senso i paletti che valgono per la pensione come per il reddito di cittadinanza. Innanzitutto l’Isee – che dovrà essere inferiore ai 9.360 euro – poi il reddito familiare e il patrimonio mobiliare e immobiliare ma anche l’età. Per ricevere la pensione di cittadinanza bisognerà avere minimo 65 anni (entrambi i coniugi devono arrivare a tale soglia).