Sciopero scuola gennaio 2019: date e chi rientra in ritardo

Sciopero scuola per il 7 e l’8 gennaio 2019 proclamato dal sindacato Saese; lo stop alle lezioni potrebbe continuare per molti studenti

Sciopero scuola gennaio 2019: date e chi rientra in ritardo
Sciopero scuola gennaio 2019: date e chi rientra in ritardo

Date sciopero scuola a gennaio 2019


Appena finite le vacanze natalizie, lo stop alle lezioni potrebbe continuare per molti studenti, almeno per un paio di giorni. Previsto uno sciopero della scuola nei giorni 7 e 8 gennaio 2019. Arrivano le comunicazioni dei dirigenti scolastici sul prolungamento della sospensione delle attività.

Sciopero scuola: chi lo organizza e perché

Lo sciopero è stato organizzato dal Saese (Sindacato autonomo europeo scuola ed ecologia); riguarderà tutti i suoi iscritti, dunque, non solo i docenti ma anche il Personale Ata, sia a tempo indeterminato che determinato, in servizio in Italia e nelle istituzioni italiane all’estero.

Molteplici i motivi che animano la protesta: si va dall’assunzione di nuovi membri del Personale Ata, alle richieste di aumento salariale, passando per immissione in ruolo su tutti i posti liberi, fino all’introduzione di italiano L2 in tutte le scuole.

Sciopero scuola: cosa dicono le norme

Ora, rispetto al prolungamento della sospensione delle lezioni, è necessario sottolineare che la comunicazione sull’adesione o meno allo sciopero è volontaria. In pratica, il dipendente della scuola non ha l’obbligo di dire se parteciperà o meno allo sciopero. Le sigle che indicono la protesta, dal canto loro, devono comunicare la data due settimane prima. In parallelo, la scuola deve comunicare alle famiglie l’eventuale sospensione delle attività con 5 giorni di anticipo rispetto allo sciopero stesso.

La scuola è comunque un servizio pubblico essenziale, cioè deve sempre garantire alcune prestazioni come lo svolgimento di esami, le attività di segreteria, la sorveglianza dei minori durante la refezione. Ora, al preside tocca formare un “contingente” – con i lavoratori che non aderiscono allo sciopero – per garantire tali servizi ma non per proseguire con le attività didattiche; in sostanza, in nessun caso, può sostituire i docenti che scioperano.

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