Quota 100 pensioni, ecco la bozza del decreto
Finalmente dopo mesi di indiscrezioni e ricostruzioni giornalistiche c’è una bozza consultabile del decreto su pensioni Quota 100 e reddito di cittadinanza. Si tratta del decreto-legge contenente disposizioni relative all’introduzione del reddito di cittadinanza e a interventi in materia pensionistica. La bozza è stata inviata dall’Ufficio Legislativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. La prima pagina specifica che “in esito di ulteriori verifiche tecniche” edentro la data del 7 gennaio 2019 sarà inviata la versione definitiva corredata dalla relazione illustrativa e tecnica. Consultabile la versione integrale della bozza del decreto in pdf.
Pensioni e reddito di cittadinanza, le risorse
Si tratta dunque di un passo decisivo e determinante rispetto all’approvazione del decreto annunciato dagli esponenti del governo entro metà gennaio. Salvo sorprese, i tempi dovrebbero essere rispettati. Prima di parlare dei requisiti specifici per accedere alle due misure riguardiamo le cifre stanziate con la manovra approvata negli ultimi giorni del 2018 dal Parlamento.
Per il reddito di cittadinanza sono stati stanziati 6,11 miliardi di euro per il 2019, 7,75 miliardi di euro per il 2020, 8 miliardi di euro per 2021 e 7.84 miliardi di euro per il 2022. Nel caso dovessero non risultare sufficiente il decreto fa riferimento (articolo 12 comma 6) ad una rimodulazione dell’ammontare del benficio.
Mentre rispetto alle pensioni e alle misure previdenziali la somma dello stanziamento per il triennio ammonta a 21 miliardi di euro. Circa 4 miliardi di euro per il 2019 (3.968 mln euro) e più di 8 miliardi di euro l’anno per il 2020 (8.336 mln euro) e per il 2021 (8.684 milioni di euro).Continuando con risorse pari 8.153 milioni di euro per il 2022, 6,999 milioni di euro per il 2023 e 7 miliardi di euro per 2024.
Reddito di cittadinanza, requisiti part I
Il decreto contiene elementi di chiarezza rispetto alle domande che molti cittadini si pongono da mesi. Prima di tutto rispetto ai tempi. Oltre alle modalità di applicazione e requisiti per accedere alle misure. Partiamo dal reddito di cittadinanza. Sarà attivo da aprile 2019. Per chi ha più di 65 anni cioè per “i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più componente di età pari o superiore e 65 anni assume la denominazione di pensione di cittadinanza”. L’importo base è di 780 euro al mese.
Potranno accedere al reddito di cittadinanza, oltre agli italiani, i cittadini residenti in Italia presenti in maniera continuativa “da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda”. E inoltre chi “è in possesso della cittadinanza italiana o di paesi facenti parti della Ue, ovvero suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero proveniente da Paesi che hanno sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale, ovvero cittadino di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo”.
Per quanto riguarda il reddito che potrà essere erogato per un periodo non superiore ai 18 mesi ecco quali sono alcuni riferimenti da tenere presente perché si rientri nella platea di beneficiari.
- Isee inferiore ai 9.360 euro;
- valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore ad una soglia di 30.ooo euro;
- un valore patrimoniale mobiliare non superiore ai 6.000 euro, soglia accresciuta di 2.000 euro per ogni componente familiare, fino a un massimo di 10.000 euro, e di 5.000 euro per ogni componente con disabilità.
Reddito di cittadinanza, requisiti part II
In più la bozza del decreto contiene elementi come l’incentivo collegato al reddito di cittadinanza per coloro che avviano una attività lavorativa nel periodo di erogazione del sussidio. Ma anche limitazioni ed esclusioni per chi possiede o ha acquistato mezzi e beni nei sei mesi precedenti alla richiesta del RdC. Rientrano tra i beni che motivano l’esclusione auto e moto di grossa cilindrata ma anche navi o imbarcazioni. Non deve esserne intestatario “nessun componente del nucleo familiare”. Altro fattore di esclusione è il ricovero “in istituti di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica”.
Negli articoli successivi del decreto sono illustrati meccanismi relativi all’accettazione delle proposte di lavoro. I beneficiari dovranno dare la loro disponibilità per percorsi di formazioni finalizzati alla re-introduzione nel mercato del lavoro. Dovranno allo stesso tempo rendersi disponibili accettando offerte di lavoro secondo i parametri chilometrici fissati dallo stesso decreto, pena la decadenza del beneficio. Infine viene illustrata l’introduzione di una card, definite le soglie massime di contanti disponibili ai fruitori e ribadito il divieto di acquistare beni che non siano di prima necessità.
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Pensioni e Quota 100, requisiti e tutte le novità
Pensioni e quota 100. Anche in questo caso il primo aspetto è relativo alla tempistica. Quota 100 entrerà in vigore ad aprile 2019 per coloro che hanno 62 anni e 38 anni di contributi versati e sono dipendenti del settore privato. Confermate molte anticipazioni come il divieto di cumulo tra quota 100 e reddito da lavoro superiore ai 5 mila euro.
Mentre i dipendenti privati potranno andare in pensione da aprile 2019, i dipendenti pubblica dovranno attendere luglio 2019. In più è fissato un preavviso di almeno 6 mesi da comunicare alle pubbliche amministrazioni.
Altre importanti novità su pensioni anticipata. Sarà consentito di l’accesso alla pensione a coloro che hanno maturato una “anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne”. In questo caso si dovrà tenere conto, per l’accesso alla pensione, di finestre trimestrali. Opzione donna: nel decreto si legge che il diritto al trattamento pensionistico anticipato ricalcolato con il metodo contributivo “è riconosciuto per le donne lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1959 e lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1958 che abbiano maturato una anzianità contributiva pari o superiore ai 35 anni”. Per quanto riguarda i lavoratori precoci è abrogato l’incremento del termine pensionistico legato all’aumento della speranza di vita. Proroga di un anno dell’Ape sociale per particolari categorie di lavoratori.
In conclusione è necessario ribadire e sottolineare che ogni informazione contenuta nella bozza del decreto dovrà essere confermata nella bozza definitiva. Solo successivamente entreranno in vigore le nuove regole fissate dal governo.
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