Il 2018 è stato un anno proficuo per il gioco d’azzardo in Italia. Almeno a guardare i dati sulle entrate erariali. Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze perlomeno nel periodo gennaio-settembre 2018 le entrate dello Stato derivanti dal gioco sono state di 10 miliardi 364 milioni di euro, circa 357 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2017.
Una crescita del 3,6%, superiore dunque alla media degli aumenti dei gettiti delle altre tasse. Superiore al +1,5% del gettito delle imposte sul patrimonio e dirette, o al +2,1% delle imposte indirette
In testa a livello di attività legate al gioco d’azzardo vi è la provincia di Napoli, con 1307, segue Roma con 904 e Milano con 480. Poi Bari, Salerno, Caserta. Il Sud è quindi sovra-rappresentato, considerando che le province di Napoli e Milano hanno una popolazione simile, ma la prima ha il triplo delle attività della seconda. E che Salerno, Bari e Caserta superano Torino nonostante abbiano, soprattutto nel caso di Salerno, la metà degli abitanti.
Gioco d’azzardo, +6,9% le attività legate al gioco
Nel complesso tra 2018 e 2017 sono cresciute del 6,9% le attività legate al gioco. Una crescita maggiore di quella del gettito, a dimostrazione della nascita di attività piccole, per esempio in ambito online, dove si stanno affermando casino online italiani, con un aumento della crescita e della concorrenza.
Una crescita del 6,9%, che ha visto però dei picchi in province relativamente periferiche. Per esempio Nuoro con +28,6%, Vicenza, con +27,8%, Novara, +27,3%.
E poi Cagliari, Ragusa, Benevento. Non sembra esserci in questo caso una prevalenza di un’area geografica, se non la Sardegna, con 2 realtà ai primi 4 posti.
Piuttosto, un leitmotiv pare la dimensione. Sono le province più piccole, in gran parte sotto i 500 mila abitanti. Dove probabilmente il gioco d’azzardo non si era affermato gli scorsi anni, e che oggi prende piede anche per la possibilità data da internet di collocare ovunque la propria impresa e agire globalmente.
Gioco d’azzardo, il confronto con il resto del mondo
Rispetto ad altri Paesi l’Italia risulta però ancora indietro in classifica. Ai primi posti vi è il Regno Unito secondo gli esperti, con il 65% degli adulti che gioca d’azzardo, e la maggiore percentuale di giocatori con meno di 21 anni. Si tratta spesso di un passatempo familiare. È nelle isole britanniche che sono nate nei secoli scorsi, non a caso, le prime e maggiori società di betting.
In termini monetari sono però gli australiani, del resto di cultura inglese, i maggiori scommettitori. Sono quasi 1000 i dollari a testa in media spesi ogni anno, soprattutto nelle macchine per il poker.
Con una spesa nel gioco di 62,5 miliardi viene poi la Cina, potenza emergente anche in questo campo, soprattutto per i casino di Macao e Hong Kong, dove si recano anche molti benestanti della Cina vera e propria.
L’Italia sarebbe quinta in ogni caso, davanti gli altri Paesi dell’Europa Continentale, a testimonianza del peso del settore. Anche se rappresenta meno dell’1% della popolazione, rappresenterebbe secondo Medium.com il 25% delle giocate, per un fatturato totale del gioco di 95 miliardi di dollari.