Pensione anticipata Inps con 5 anni di contributi: ecco la Legge 335/95
Pensione anticipata Inps con 5 anni di contributi: in attesa dell’ok definitivo al decreto di Quota 100 vediamo le opzioni previdenziali in vigore
Pensione Inps con 5 anni, la legge
La cosiddetta Quota 100 potrebbe dare la possibilità a 350 mila lavoratori la possibilità di andare in pensione nel 2019. I potenziali beneficiari sono coloro che hanno maturato i seguenti requisiti: 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. Si tratta della applicazione pratica del promesso superamento della riforma Fornero. Il decreto non è ancora definitivo ma manca poco all’ok che trasformerà in norme le tante anticipazioni lette in questi mesi. Ma oltre a quanto previsto dal Governo Conte, sono moltissime le misure in vigore e che non saranno modificate dalle prossime misure che regolano l’accesso alla pensione degli italiani.
Pensione anticipata Inps, con 5 anni pensione di vecchiaia contributiva
Per esempio pochi sanno c’è una norma in base alla quale è possibile andare in pensione con soli 5 anni di contributi. Tuttavia è il caso di specificare che possono accedervi solo lavoratori – come ricorda il sito La Legge per Tutti – soggetti al calcolo integralmente contributivo della prestazione. Cioè un sistema di calcolo, in vigore dal 1996, basato su contributi versati ed età pensionabile. A che età? Sino al 2018 tale possibilità veniva data con 70 anni, quindi ben oltre l’età prevista per la normale pensione di vecchiaia. Dal 2019 l’età prevista tocca i 71 anni in considerazione del meccanismo collegato all’aspettativa di vita.
Non si sa se il decreto con misure in materia pensionistica renderà nullo anche l’aumento del margine di età in questo caso, come promesso per la pensione di vecchiaia che sarebbe dovuta passare dai 66 anni e 7 mesi ai 67 anni.
Pensione anticipata Inps, pensione di inabilità per dipendenti pubblici
Una opzione di pensione anticipata Inps con 5 anni di contributi si richiama alla legge 335/95 valida per i dipendenti pubblici. Secondo quanto stabilito all’articolo 2, comma 12 della suddetta legge “qualora un dipendente pubblico non sia in grado di proseguire l’attività lavorativa per l’aggravamento del proprio stato di salute, può chiedere al proprio ente datore di lavoro di essere sottoposto alla visita medico-collegiale per il riconoscimento dell’inabilità”.
Di conseguenza la stessa legge “prevede il diritto a conseguire un trattamento pensionistico nei casi in cui la cessazione del servizio sia dovuta a infermità non dipendente da causa di servizio e per la quale gli interessati si trovino «nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa»”. I requisiti per avere diritto alla pensione di inabilità spetta a determinate condizioni. Vediamo quali sono:
- possesso di un’anzianità contributiva di cinque anni di cui almeno tre nel quinquennio precedente la decorrenza del trattamento pensionistico; concorrono alla formazione della suddetta anzianità, eventuali periodi riscattati o ricongiunti presso questo Istituto;
- risoluzione del rapporto di lavoro per infermità non dipendente da causa di servizio;
- riconoscimento dello stato di assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa conseguente a infermità non dipendente da causa di servizio.
Infine è il caso di specificare che la pensione in oggetto è incompatibile con lo svolgimento di un lavoro dipendente o autonomo, sia esso in Italia o all’estero, ed è revocabile col venire meno delle condizioni elencate.
SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER
PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM