Decreto Quota 100 ancora in ritardo
Pensioni ultima ora: sono giorni di frenetica attesa quelli di migliaia di lavoratori italiani. Infatti tutti coloro che potenzialmente hanno i requisiti per accedere a Quota 100 aspettano l’ufficialità della misura. Solo successivamente gli stessi lavoratori avranno la possibilità di istruire le pratiche per l’accesso all’età pensionistica. Per ora è quasi certo che potranno andare in pensione coloro che hanno 62 anni e 38 anni di contributi versati. Il primo mese utile dovrebbe essere aprile 2019, almeno per i lavoratori del settore privato. Mentre per quanto concerne i dipendenti pubblici l’assegno potrebbe scattare solo da luglio 2019. Tutte istruzioni, come detto, da confermare.
Pensioni ultima ora, slittata approvazione definitiva decreto
Nei giorni scorsi è stata resa nota la bozza del decreto contenente disposizioni relative all’introduzione del reddito di cittadinanza e a interventi in materia pensionistica. Nel corso di questa settimana, da lunedì 7 gennaio a venerdì 11 gennaio 2019, la bozza sarebbe dovuta diventare definitiva (completata della relazione tecnica e con la relazione illustrativa).
Molti hanno pensato che nel corso del Consiglio dei Ministri programmato in data odierna, 10 gennaio 2019, potesse essere inserita l’approvazione dello stesso decreto. Di fatto così non è. Infatti la materia non rientra tra i punti all’Ordine del giorno del Consiglio convocato alle ore 17:00 che invece riguarderanno un decreto legge con Misure urgenti e indifferibili per il rinnovo dei consigli degli ordini circondariali forensi e un decreto legislativo su Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza in attuazione della legge 19 ottobre 2017, n. 155 insieme al terzo (leggi regionali) e quarto e ultimo punto (varie ed eventuali).
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Pensioni ultima ora, i nodi da sciogliere prima dell’ok al decreto
Secondo quanto trapela a causa dello slittamento dell’ok al decreto ci sarebbe la necessità di definire un paio di questioni non di poco conto. La prima, secondo quanto riferisce il quotidiano economico Il Sole 24 Ore, riguarda il nodo delle risorse collegate alle pensioni di invalidità. Punto che sarebbe stato sollevato dalla Lega. In proposito si registra la dichiarazione del vicepremier pentastellato Di Maio in base a cui “260.000 invalidi italiani avranno accesso al programma del reddito di cittadinanza”.
E la seconda questione ruota intorno alle modalità con cui riconoscere il Trattamento di Fine Servizio ai dipendenti pubblici che aderiranno alle nuove norme pensionistiche.
Secondo quanto riferito dal sottosegretario al lavoro Durigon dovrebbe essere lo Stato a farsi carico degli interessi sull’anticipo del TFS che i lavoratori potrebbero chiedere agli istituti bancari. Sempre Il Sole 24 Ore riporta le parole del ministro Bongiorno in base a cui l’esecutivo sarebbe alla ricerca di una “soluzione che consenta, mediante un sistema di finanziamenti bancari, i cui interessi saranno a carico dello Stato, di abbattere i tempi e che possa così far avere ai pensionati il Tfr al momento della cessazione del lavoro. Tutto questo senza mettere le mani nelle tasche dei dipendenti pubblici”.
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