Gilet gialli, ultime notizie: Macron lancia due mesi di dibattito nazionale
Il presidente francese Macron lancia due mesi di dibattito nazionale sulle sue politiche, tra lo scetticismo dei gilet gialli
Due mesi consecutivi di dibattito nazionale sulle politiche del governo, finalizzato a raccogliere le opinioni dei gilet gialli. È questa la nuova proposta del Presidente francese Emmanuel Macron, alla ricerca di strade per mettere fine all’agitazione popolare che prosegue ormai da più di due mesi. Nella sua “lettera ai francesi”, Macron ha indicato 35 ambiti di dibattito, immaginando ampie discussioni tra amministratori locali e cittadini su temi quali fiscalità, ambiente, servizi e burocrazia. L’esito di questi dibattiti di massa dovrebbe portare all’adozione di un “nuovo contratto per la nazione”.
Obiettivo del titolare dell’Eliseo sembrerebbe provare ad assorbire uno dei temi centrali della mobilitazione. Vale a dire, la maggiore voce in capitolo nelle scelte fondamentali del paese richiesta dai manifestanti. Insomma, uno sforzo che sarebbe attuato a costruire forme di democrazia diretta. Ovvero, pensato a contrastare quella “crisi della rappresentanza” espressa dal movimento sia verso il governo sia verso i mezzi di informazione.
Gilet gialli, ultime notizie: lo scetticismo dei manifestanti
La mossa di Macron rischia però di non essere sufficiente. Come logico, ma in contrasto con la volontà dei gilet gialli, Macron non ha infatti aperto in alcun modo alla possibilità di sue dimissioni. Inoltre, ha ricordato come il dibattito non possa essere paragonato né a un referendum, né ad una sorta di discussione elettorale.
Queste ultime considerazioni hanno scatenato le reazioni dei partiti all’opposizione. A stretto giro di posta, un rappresentante de La France Insoumise ha accusato Macron di “predeterminare l’esito della discussione”. Ma il punto centrale, più che le reazioni partitiche, sembra essere come i gilet gialli riceveranno questa proposta. Infatti, al momento, Macron non sembra aver convinto i manifestanti.
Maxime Nicolle, una dei volti noti del movimento, ha risposto negativamente alla proposta di Macron. Affermando che in mancanza di uno spazio aperto di discussione a 360 gradi, il dibattito stesso sarebbe svilito e difficilmente in grado di portare a cambiamenti reali. Non a caso, un sondaggio di Odoxa-Dentsu effettuato la scorsa settimana, ha riportato come il 70% delle persone intenzionate a partecipare al dibattito nazionale non credono che questo porterà a cambiamenti significativi.
Gilet gialli, ultime notizie: basso consenso nel paese per Macron
D’altra parte, le aperture fatte da Macron a dicembre non sono riuscite a convincere i gilet. Le cui principali richieste, tuttora inevase, comprendono anche la reintroduzione di una tassa sui grandi patrimoni e e la rivalutazione del salario minimo. Scenari non presi in alcuna considerazione da Macron. Sullo sfondo rimane il grande consenso popolare tuttora accordato ai gilet gialli. Infatti, secondo alcune rilevazioni citate dal New Statesman, il 55% della popolazione appoggerebbe i manifestanti, mentre il 75% sarebbe contrario alle politiche del Presidente.
Politiche che da qui ad alcuni mesi prevedono una nuova riforma delle pensioni e alcune iniziative di legge in merito al tema della disoccupazione. Provvedimenti che rischiano di aggiungere benzina sul fuoco ad una situazione già molto tesa. Lo scorso sabato, per l’ActeIX, in migliaia di persone hanno raggiunto Parigi. Altre manifestazioni si sono tenute a Marsiglia, Lione e in altri centri minori, oltre che in diversi snodi della viabilità come ormai classico del movimento.
Gilet gialli, ultime notizie: il dibattito sulla violenza
In chiusura, è da segnalare come il tema della violenza continui ad essere dibattuto all’interno della piazza e nelle rappresentazioni mediatiche di quanto sta avvenendo. Le forze dell’ordine hanno chiesto, e ottenuto, un aumento salariale in seguito ad uno sciopero relativo a quelle che a loro dire sarebbero “difficili attuali condizioni di lavoro”. Il portavoce del governo Benjamin Griveaux ha rincarato la dose, affermando che i manifestanti sarebbero “agitatori che istigano all’insurrezione”.
La battaglia nel consenso è giocata anche sui social network. Ha fatto il giro del mondo un breve video in cui il pugile gitano Christophe Dettinger, ripreso mentre sferra alcuni pugni a dei poliziotti durante l’ActeVIII di sabato 5 gennaio. I manifestanti hanno poi risposto citando un fatto analogo, ma a parti invertite, avvenuto a Tolone nel silenzio dei media. Ma anche i 12 morti e le migliaia di feriti registrati nel corso dei vari appuntamenti di piazza, che per i manifestanti sarebbero una risposta alla “violenza istituzionale”. Per sabato prossimo è convocato il decimo atto consecutivo di protesta, e nonostante il pugno di ferro contro ogni violenza sbandierato dal ministro dell’Interno Castaner, la possibilità di nuove tensioni è all’ordine del giorno.
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