Contributi Inps per Quota 100 o Ape social, come usarli al meglio
Come usare i contributi Inps per Quota 100? Conviene di più l’Ape Sociale? È tra le domande più frequenti poste dagli utenti. Cerchiamo di rispondere.
Quota 100 e contributi Inps 2019, le FAQ
Come usare al meglio i contributi Inps per Quota 100? Conviene di più l’Ape sociale? Si tratta di alcune tra le domande più comuni poste dagli utenti interessati alla nuova misura (e alla proroga dell’anticipo pensionistico a carico dello Stato). Di Quota 100 si attende ancora l’approvazione in Consiglio dei Ministri, che dovrebbe arrivare giovedì 17 gennaio. Nello stesso decreto ci sarà anche la proroga di Ape social (e Opzione Donna). Ma come funziona il conteggio dei contributi?
Contributi Inps per Quota 100 e Ape Sociale: come funziona
Ci scrive un nostro lettore.
“Buongiorno, ho compiuto 66 anni a dicembre 2018 e in base alla comunicazione certificativa, ricevuta dall’Inps, al 21 marzo 2018 risultano n. 1915 settimane per il requisito contributivo relativo all’età e n. 2021 settimane, di cui 108 a disoccupazione, per il requisito contributivo in alternativa all’età. Secondo Lei tali requisiti rientrano nei 38 anni di contributi necessari per Quota 100 tenendo anche presente che ho terminato la Naspi al 17 gennaio 2018 e da settembre 2018 usufruisco dell’Ape sociale? Mi conviene economicamente fare domanda per Quota 100 o mi conviene aspettare fine dicembre 2019, quando compirò 67 anni? Grazie e saluti”.
Contributi Inps: conviene Quota 100?
Come abbiamo scritto più volte, Quota 100 è una misura conveniente solo per chi vuole uscire dal mondo del lavoro e andare in pensione, ma non molto sotto l’aspetto economico. Recenti elaborazioni e studi approfonditi hanno determinato che uscendo con Quota 100 si potrebbe perdere molto, fino a 185.000 euro complessivamente. Si tratta di un calcolo basato su un lavoratore che guadagna 2 mila euro netti al mese, come riportano le schede illustrative di Progetica per il Corriere Economia. Ma è un conteggio importante, se si considera che chi esce prima ha versato meno contributi e pertanto percepirà un importo minore sull’assegno pensionistico.
Nel suo caso, visto che compirà 67 anni a dicembre 2019, potrebbe dunque essere più conveniente attendere la pensione di vecchiaia. Resta però da considerare il fatto che a perderci di più, con Quota 100, è chi esce prima, mettiamo a 62 anni, o ancora prima, con l’aiuto dei fondi bilaterali per l’imprese, 3 anni in anticipo rispetto alla maturazione dei requisiti. Chi esce a ridosso della maturazione dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia, ovviamente perde di meno e la convenienza di attendere la pensione di vecchiaia o di uscire prima con Quota 100 resta comunque soggettiva, basandosi su calcoli e cifre che appartengono alla propria situazione professionale/contributiva.
Contributi Inps Quota 100: quali rientrano?
Il cumulo contributivo per accedere a Quota 100 è possibile. Al comma 2 dell’articolo 14 della bozza di decreto, si legge infatti quanto segue. “Ai fini del conseguimento del diritto alla pensione Quota 100, gli iscritti a due o più gestioni previdenziali di cui al comma 1, che non siano già titolari di trattamento pensionistico a carico di una delle predette gestioni, hanno facoltà di cumulare i periodi assicurativi non coincidenti nelle stesse gestioni amministrate dall’Inps, in base alle disposizioni di cui all’art. 1, commi 243, 245 e 246 della Legge 24 dicembre 2012, n. 228”.
Per quanto riguarda i contributi figurativi, invece, come nel caso di quelli relativi alla Naspi, inizialmente Quota 100 era pensata con diverse limitazioni. Tra queste spiccava un tetto di contributi figurativi a 2/3 anni. Nella bozza del decreto diffusa nei giorni scorsi, tuttavia, non si fa alcun cenno a questo limite. Ciò fa presupporre che tutti i tipi di contributi sono validi per raggiungere il requisito minimo richiesto di 38 anni.
Quota 100 e Ape social: cumulo con reddito da lavoro?
Meglio continuare a fruire dell’Ape sociale o accedere a Quota 100? La risposta può dipendere da vari fattori, come ad esempio l’intenzione di continuare a lavorare. L’Ape sociale, infatti, consente il cumulo della prestazione con il reddito da lavoro (entro un certo limite). Cosa che invece è espressamente negata in Quota 100, fatta eccezione per i redditi provenienti da lavoro autonomo occasionale nel limite massimo di 5.000 euro lordi annui.
Contributi Inps: Quota 100, Ape sociale o pensione di vecchiaia?
Per rispondere alla sua domanda, Lei rientra già tra i beneficiari di Quota 100, avendo raggiunto il requisito minimo (contando i contributi figurativi) di 38 anni. E a dicembre 2019 compirà 67 anni, il criterio anagrafico che consente l’accesso alla pensione di vecchiaia. Attualmente Lei usufruisce di Ape sociale, che sarà prorogata fino a dicembre 2019. Sostanzialmente, in quel mese, lei cesserà di beneficiare dell’anticipo pensionistico perché questa misura terminerà. Ma anche se fosse continuata, avendo raggiunto il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, avrebbe comunque avuto diritto a quest’ultima, visto l’Ape sociale si percepisce, almeno fino alla fine della sua durata, fino al raggiungimento dell’età pensionabile ordinaria.
Attendiamo la pubblicazione del decreto per definire ufficialmente i tempi per la presentazione della domanda di Quota 100. Apparentemente potrebbe essere conveniente continuare con l’Ape sociale e poi proseguire con la pensione di vecchiaia, ma non possiamo permetterci di calcolare la convenienza di una misura o dell’altra, nel Suo caso specifico, senza avere cifre esatte. Le consigliamo comunque di rivolgersi a un professionista esperto per valutare la convenienza dell’una o dell’altra opzione.
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