Tre minuti dopo la mezzanotte, martedì 15 gennaio 2019, si è verificato un terremoto a 11 km a est di Ravenna di magnitudo 4.3, a una profondità di 25 chilometri. La scossa, di magnitudo inizialmente stimata 4.6 e poi rivista dall’Ingv leggermente al ribasso, è stata comunque di entità intensa e avvertita dalla popolazione in diverse zone del centro nord e del nordest, fino in Veneto. Successivamente alla scossa principale ci sono state altre scosse di minore intensità.
Terremoto Ravenna: a che ora e quanto è durato
Il terremoto è avvenuto alle ore 00.03 e 57 secondi ed è durato poco più di 5 secondi. L’epicentro è avvenuto a 11 chilometri a est di Ravenna. Gli abitanti delle zone colpite hanno subito preso d’assalto i telefoni e diverse centinaia di chiamate sono arrivate ai Vigili del Fuoco. Vista l’intensità della scossa, il sindaco di Ravenna Michele De Pascale ha chiuso le scuole per la giornata di oggi, al fine di effettuare rilievi sugli istituti alla ricerca di eventuali danni, dando così priorità all’incolumità dei ragazzi. “L’evento sismico è stato di una gravità importante”, ha affermato il primo cittadino di Ravenna. “Prima di far entrare i nostri bambini e ragazzi nelle nostre scuole vogliamo avere la certezza che siano fatti tutti i controlli necessari a far sì che siano in totale e assoluta sicurezza”.
Terremoto Ravenna: quante scosse nella notte?
Dopo il terremoto di magnitudo 4.3, un’altra scossa è stata avvertita sulla costa ferrarese alle 00.17 (ML 2.1). Un’altra scossa più forte è avvenuta a 9 km a ovest da Cervia verso mezzanotte e mezza (ML 3.0). Verso l’1 e 45 del mattino, un altro piccolo terremoto (ML 2.2) è stato registrato sulla costa ravennate. Sempre a 7 km a sud ovest di Ravenna, verso le 4.45, un’altra scossa (ML 2.0).
Terremoto Ravenna: cosa dice l’INGV
In un articolo di approfondimento sul proprio sito l’Ingv ha fornito qualche ulteriore dettaglio sul terremoto avvenuto nel ravennate. “L’area è in una zona considerata ad alta pericolosità sismica”. Tuttavia, “la sismicità storica dell’area non riporta eventi significativi dove si è verificata la scossa”. Ma allo stesso tempo “nelle aree circostanti si sono avuti terremoti superiori a magnitudo 5”. Risalendo invece alla storia sismica della città di Ravenna, ci sono stati “diversi terremoti che hanno prodotto intensità macrosismiche al sito pari o superiori al 6° grado MCS, quindi al di sopra della soglia che produce danno agli edifici”. L’intensità massima registrata nella zona risale a un terremoto del 7-8° grado avvenuto il 22 giugno del 1620.
Il presidente dell’Istituto, Carlo Doglioni, ha affermato che non ci sono collegamenti con la sequenza sismica dell’Italia centrale. La connessione c’è invece con il sisma nella stessa zona avvenuto il 18 novembre (magnitudo 4.2). Il meccanismo che ha innescato le scosse sarebbe infatti lo stesso, vale a dire “la placca adriatica che sta scendendo sotto all’Appennino”.
Terremoto Ravenna: primi danni
Molta paura tra le persone, ma fortunatamente solo quella. Invece già si comincia a fare la conta dei danni, fortunatamente di lieve entità, come annunciato dal sindaco di Ravenna. Tuttavia, come riporta RaiNews, è stato segnalato il cedimento della croce che sovrasta il campanile della chiesa di Sant’Isaia, a Bologna. Il primo sopralluogo è avvenuto alle 7.40 di questa mattina da parte dei vigili del fuoco, che hanno messo in sicurezza l’opera.
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