Poste Italiane: buoni fruttiferi postali vecchi, quanto bollo si paga
Sui vecchi buoni fruttiferi di Poste Italiane quanto si paga di imposta di bollo? E quali sono gli altri costi da tenere a mente? Rispondiamo.
Bollo buoni fruttiferi ante 2009
I buoni fruttiferi di Poste Italiane sono un prodotto di investimento finalizzati al risparmio spesso scelti dai cittadini per il loro livello di sicurezza e rischio minimo. Inoltre i buoni fruttiferi postali possono essere sottoscritti sia in forma cartacea, sia in forma dematerializzata. Nel primo caso l’ufficio di Poste Italiane rilascerà un documento cartaceo che bisognerà assolutamente conservare fino alla scadenza del buono. Quello sarà infatti l’unico documento valido che andrà presentato per riscuotere gli interessi spettanti.
Nel secondo caso (buoni dematerializzati) essi sono rappresentati da una scrittura contabile effettuata su un conto di regolamento, ovvero un Libretto di risparmio postale o un conto corrente Bancoposta. Questi Buoni dovranno recare la stessa intestazione del conto di regolamento. Il rimborso del Buono sarà poi accreditato automaticamente sul conto di regolamento.
Esistono diverse tipologie di buoni fruttiferi postali, che variano in base al periodo di validità. Naturalmente quelli più a lunga scadenza generano interessi maggiori. Interessanti anche i Buoni fruttiferi postali dedicati ai minori, per tutti quei genitori che scelgono per i propri figli di accantonare una somma definita che sarà poi rivalutata, alla scadenza del Buono, con gli interessi.
Poste Italiane: imposta di bollo sui Buoni fruttiferi vecchi
I buoni fruttiferi postali non prevedono costi di apertura, chiusura o gestione. L’unica spesa riguarderà la tassazione sugli interessi, che però sarà agevolata al 12,50%. Tra le domande più ricorrenti relative alle spese da sostenere sui buoni fruttiferi, una riguarda l’imposta di bollo. La Cassa Depositi e Prestiti, che ricordiamo essere chi emette i Buoni, risponde a una domanda sull’imposta di bollo sui buoni fruttiferi vecchi. Citando l’esempio di un buono fruttifero cartaceo sottoscritto prima del 2009 dal valore di 6.000 euro. Su questo tipo di buono il titolare sarà tenuto a pagare l’imposta di bollo minima di 34,20 euro?
La CDP risponde chiaramente che per i buoni fruttiferi postali cartacei emessi prima del 1° gennaio 2009 l’imposta è calcolata in misura proporzionale al valore nominale del singolo titolo. In ogni caso, tuttavia, è dovuta nella misura minima di 2 euro, senza che sia prevista la soglia di esenzione per quei buoni il cui valore di rimborso sia complessivamente non superiore a 5.000 euro. L’imposta di bollo sul buono fruttifero cartaceo emesso prima del 1° gennaio 2009 ammonterà quindi a 6 euro per il 2012, 9 euro per il 2013 e 12 euro a partire dal 2014 e per gli anni successivi.
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