Vi è una parte del fenomeno dell’immigrazione che probabilmente ci interessa più del resto. È quella che riguarda le persone di cittadinanza straniera che frequentano le scuole italiane.
Molti come vedremo sono nati in Italia, ma sono figli di immigrati.
Il loro numero e la loro concentrazione sono particolarmente degni di nota perché con tutta probabilità sono destinati a rimanere in Italia, soprattutto se vi sono nati e ci hanno studiato.
Secondo un report del Ministero della Pubblica Istruzione del 2018 sugli anni scolastici degli ultimi 35 anni c’è stato un deciso aumento, concentrato nel primo decennio del 2000. Basti pensare che all’inizio degli anni ottanta erano meno di 10 mila gli studenti stranieri, e nel 2016/17 erano 826.091.
Se prendiamo gli aumenti verificatisi in questi numeri osserviamo crescite del 1,4%, come è stato negli ultimi cicli disponibili, o del 0,1%, nel 2015/16, con incrementi man mano più piccoli, e decisamente minori di quelli per esempio registrati nel 2006/07 sull’anno precedente, un +16,3%, o nel 1996/97, +18%
Certo, è matematica, man mano che le cifre diventano grandi, incrementi uguali in valore assoluto sono minori in percentuale. In ogni caso c’è un rallentamento della crescita del fenomeno.
Immigrazione, gli stranieri sono il 9,4% di tutti gli studenti
A livello di concentrazione siamo arrivati a una presenza di studenti stranieri del 9,4% nel 2016/17. Erano il 7,5% nel 2009/10, all’inizio del decennio. Il 5,6% nel 2006/07, e solo lo 0,7% nel 1996/97, quando il fenomeno migratorio era già iniziato, ma consisteva soprattutto in giovani adulti. I minori sono arrivati dopo, o per nascita o per ricongiungimenti familiari.
La concentrazione aumenta anche per il calo degli studenti italiani. Che ogni anno diminuiscono di qualche decimale, e nel 2016/17 del 1,2%
Immigrazione, dove sono di più gli studenti stranieri
Come è facile immaginare la concentrazione di studenti stranieri è più alta nella scuola per l’infanzia e alle elementari. Anche se la media del 9,4% non viene superata di molto. Nel primo caso i bambini con cittadinanza non italiana sono il 10,7%, nel secondo il 10,8%. Sono invece meno, il 7,1% alle superiori.
Nella scuola d’infanzia vi è stato anche l’aumento maggiore in 10 anni, dal 6,7% al 10,7%
A livello geografico viene perpetuato l’enorme di vario tra Sud e Centro-Nord. È l’Emilia Romagna la regione con la maggiore presenza di studenti stranieri. Sono il 15,8%. Segue la Lombardia con il 14,7%, poi l’Umbria, con il 138%, la Toscana, il Veneto, il Piemonte, ecc.
Tutte le regioni meridionali sono sotto la media. Ultima è la Campania, con solo il 2,4% di alunni non italiani, a pari merito con la Sardegna. E si rimane sotto il 4% anche in Sicilia e in Puglia.
Qui si vede bene la differenza tra la concentrazione degli alunni italiani e di quelli stranieri. In Lombardia vi è il 15,2% degli studenti autoctoni italiani, ma il 25% di tutti quelli stranieri presenti nel nostro Paese. Al contrario in Campania vi sono cittadinanza italiana sono il 12,2% di tutti gli alunni italiani, ma solo il 2,9% di quelli stranieri.
Immigrazione, a Prato uno studente su 4 è straniero
A livello provinciale il record di studenti stranieri è di Prato, con il 24,5%. Come sappiamo la comunità cinese è molto numerosa nella città toscana. Segue Piacenza con il 21,6%, e Mantova con il 18,4%. Conta qui la concentrazione di famiglie immigrate occupate soprattutto nell’agricoltura, oltre che il bilancio demografico negativo tra gli italiani.
C’è poi Brescia, Asti, Cremona, Parma, Modena, Alessandria, Lodi. Province non metropolitane della Pianura Padana, dove agricoltura e industria sono più sviluppate e occupano molti stranieri.
Ultimo dato rilevante, sono sempre di più gli studenti stranieri nati in Italia. Il 60,9% nel 2016/17. Erano il 47,2% nel 2012/13. Sono però l’85,3% tra gli alunni delle scuole d’infanzia, e solo il 26,9% tra quelli delle superiori.
Un fenomeno insomma che si rivela in rapida trasformazione, sia in senso quantitativo che qualitativo.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it