Test Salvagente pasta: ecco il servizio di Striscia la notizia
Test Salvagente pasta: molti big della pasta italiana hanno rinunciato ai grani provenienti dal Nord America possibilmente contaminati da glisofosfato
Test pasta Striscia la notizia
Ha fatto scalpore una delle ultime puntate del programma Mediaset Striscia la Notizia. Nel corso della rubrica “È tutto un magna magna”, il conduttore Max Laudadio ha affrontato il tema della qualità dei prodotti venduti dai più noi marchi di pasta italiani. Qualche mese fa, il test e la relativa classifica su cui si è basato il servizio della trasmissione satirica erano stati diffusi dalla rivista Il Salvagente.
Test Salvagente pasta: “La verità sulla pasta italiana”
L’inchiesta del Salvagente, risalente a novembre scorso, ha ripercorso la trafila delle importazioni di grano proveniente dall’estero e, in particolare, da Usa e Canada. Quindi, la rivista ha voluto sottolinearne la possibilità di contaminazioni da Glifosato. Quest’ultimo è uno, se non il primo, dei diserbanti più utilizzati al mondo. Nello specifico, il suo uso caratterizzerebbe la fase di pre-harvest, quella immediatamente prima del raccolto.
Tuttavia, ormai molte ricerche ne hanno evidenziato la tossicità; il glifosato oltre che cancerogeno andrebbe a interferire anche nella produzione ormonale. Detto ciò, come emerge anche dal servizio, molti big della pasta italiana – in seguito alle proteste dei consumatori – hanno deciso di rinunciare ai grani provenienti dal Nord America proprio per il rischio inerente alla possibile contaminazione da Glifosato.
Test Salvagente pasta: il problema dei limiti d’età
Il servizio di Striscia si è concentrato anche sulla presenza di pesticidi nei vari tipi di pasta italiana analizzati. L’oncologa Patrizia Gentilini ha, quindi, evidenziato i rischi legati al cosiddetto “effetto cocktail”, cioè alla presenza di più fitofarmaci nella pasta anche se sotto i limiti di legge. Proprio su questo punto si è poi concentrata la rubrica di Laudadio: la legge italiana prescrive dei limiti sotto i tre anni. In pratica, per quanto riguarda le microtossine, non si fa distinzione tra un bambino con più di tre anni e un adulto di cinquanta, tanto per fare un esempio.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it