Sondaggi elettorali Ipsos: 10 punti di distacco tra Lega e M5S
Sondaggi elettorali Ipsos: l’istituto di Nando Pagnoncelli certifica i rapporti di forza tra partiti diventati ormai evidenti
Sul Corriere della Sera la consueta rilevazione delle intenzioni di voto targata Ipsos. L’istituto di Nando Pagnoncelli certifica i rapporti di forza tra partiti diventati ormai evidenti considerando anche le analisi degli altri istituti.
Lega sempre più primo partito. In appena un mese il Carroccio passa dal 32,9% al 35,8%. Nel frattempo, gli alleati di governo calano ancora. I pentastellati ad oggi vengono dati al 25,4% quando, a dicembre, venivano stimati al 27%. In vista delle elezioni Europee, tornano a perdere voti anche Partito Democratico e Forza Italia. Detto ciò, i Dem mantengono il proprio “zoccolo duro” di elettori mentre gli “azzurri” potrebbero beneficiare della (ri)discesa in campo di Berlusconi.
Sondaggi elettorali Ipsos: avanzata della Lega
L’avanzata della Lega è ben descritta proprio da Pagnoncelli nell’articolo a corredo del sondaggio apparso sul quotidiano di Via Solferino: “il partito di Salvini in questa fase riesce a mobilitare il proprio elettorato e a mantenerlo anche alle Europee il che fa sì che, votando meno persone, a parità di consensi la percentuale aumenti. La Lega conferma dunque la centralità che la caratterizza, per le ragioni che più volte abbiamo sottolineato. Una posizione univoca, un elettorato omogeneo, una forza mediatica inedita, la capacità di cogliere i sentimenti forti dell’opinione pubblica. Inoltre, le vicende delle ultime settimane (linea della fermezza sui migranti e cattura di Cesare Battisti) sembrano concorrere a questa crescita di consenso”.
Sondaggi elettorali Ipsos: forte calo per i 5 Stelle
Tratteggiata puntualmente sempre dall’Ad di Ipsos anche la situazione di difficoltà che vivono i pentastellati: “I 5 Stelle si attestano al 25,4%, quasi due punti sotto le stime di voto politico. Abbiamo già sottolineato qualche settimana fa, nel tirare il bilancio dell’anno, i punti di difficoltà del Movimento, dalle divisioni interne, alla grande trasversalità dell’elettorato, alla complessità dei temi che Di Maio si trova a gestire. A questo si aggiunga un elettorato meno «galvanizzato», a differenza di quello leghista, e quindi meno spinto alla partecipazione al voto”.
Nota informativa: Vedi immagine
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